Momenti di tensione

Carcere di Mantova, detenuto si ferisce e poi prende a pugni in faccia un poliziotto

L'agente penitenziario ha rimediato diverse fratture al volto. Il sindacato Sappe: "Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti"

Carcere di Mantova, detenuto si ferisce e poi prende a pugni in faccia un poliziotto
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Nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 7 febbraio 2024, un detenuto della Casa Circondariale di Mantova, dopo essersi ferito da solo, ha aggredito un poliziotto colpendolo con pugni in faccia.

Detenuto si ferisce e poi prende a pugni in faccia un poliziotto

A raccontare i momenti di tensione che si sono verificati nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 7 febbraio 2024, alla Casa Circondariale di Mantova è stato Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

"Un detenuto straniero con problemi psichiatrici si è auto lesionato e, durante il tragitto per la locale infermeria senza alcun motivo ha aggredito violentemente il sovrintendente della Polizia Penitenziaria che lo stava accompagnando sferrandogli pugni al volto. Solo grazie all’intervento dell’esiguo altro personale intervenuto, si è evitato il peggio. Il sovrintendente è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino ove è stato dimesso con una prognosi di trenta giorni per fratture al volto. Allucinante!".

Proprio a seguito si quanto avvenuto nel carcere di Mantova, il segretario regionale del Sappe è tornato a porre l'attenzione sugli eventi violenti che colpiscono da vicino il personale penitenziario:

“Il Sappe augura una pronta guarigione al collega aggredito e auspica in un celere intervento da parte dell’Amministrazione penitenziaria circa la gestione di questa tipologia di detenuti. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere!

Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni - prosegue il sindacalista - Siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti: lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza”

Anche Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, si è espresso sulla vicenda:

"Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, come nel caso del detenuto protagonista delle ore di follia a Mantova, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”.

Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari del carcere di via Carlo Poma, mette infine in luce un dato oggettivo nelle continue proteste sindacali:

“Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili”.

Anche il Consigliere regionale della Lega, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, Alessandra Cappellari ha voluto solidarizzare con il poliziotto aggredito nel carcere di Mantova:

“Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al sovrintendente della Polizia Penitenziaria del carcere di Mantova aggredito ieri da un detenuto straniero e dimesso con una prognosi di trenta giorni per fratture al volto. Condivido l’appello del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) che chiede - per risolvere il problema del sovraffollamento e della carenza del personale - l’espulsione degli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine; la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari; nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria e nuovi strumenti di operatività come il taser e il kit antiaggressione. La Lega e Regione Lombardia sono al fianco degli agenti per garantire migliori condizioni di lavoro e per il rafforzamento delle strutture penitenziarie”.

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