Il Comitato Civico Mantova Viva spiega il suo perchè

Attendendo la presentazione che avverrà a Gennaio, Mantova Viva spiega le motivazioni della sua creazione.

Il Comitato Civico Mantova Viva spiega il suo perchè
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Il Comitato Civico Mantova Viva, in attesa di presentare ufficialmente il proprio programma per le elezioni del 2020, ha diramato un comunicato in cui esplicita le motivazioni che hanno portato alla creazione del Comitato e dell'importanza di cambiare rotta, volgendo lo sguardo verso il futuro, per una politica diversa, che parta dalle esigenze dei cittadini e del territorio.

Il comunicato del Comitato Civico Mantova Viva

La nascita del Comitato Civico Mantova Viva, che ufficialmente presenterà il proprio programma al pubblico con inizio alle ore 19:30 di Venerdì 10 Gennaio presso il locale Open Spice di Mantova, vuol essere un patto tra civici e perché no anche con acquisita esperienza di Amministratore in Enti Locali ( ovviamente non legato a nessun partito o fazione partitica ) ed in grado di rispondere con il massimo grado di esperienza al rilancio in primis del capoluogo e del territorio ad esso annesso. La validità di questo percorso è significativa e frutto di contributi determinanti forniti dagli stessi membri. Un vero e proprio impegno senza alcun intermediario partitico e che si traduce in progetti concreti ed essenziali per la crescita della nostra comunità.

Un occhio verso il futuro

Indispensabile per tale Comitato avere un occhio di riguardo al futuro, ma il cambiamento dovrà necessariamente basarsi su radici storiche ben solide, riconoscendo quindi il grande valore di coloro che hanno fatto la storia e dunque la nostra storia. Il programma è fondato su parole chiave come partecipazione, innovazione, inclusione, cambiamento e concretezza. L’impegno è altresì allargato alla criticità di questa profonda crisi Istituzionale che il paese sta attraversando. Il Comitato difatti punta ad un patto tra comitati civici in campo nazionale che consenta una nuova riforma Costituzionale, adeguata, efficiente “governance” territoriale.

Occorre ripartire, avendo chiaro in mente un disegno di riordino istituzionale non astratto ma pensato ed adeguato ai territori e proprio per questo concertato, prima, e condiviso, poi, con i soggetti rappresentativi di quei territori. Puntare soprattutto ad avere livelli di governo territoriali scelti dal popolo, così da avere Enti Locali più vicini ai cittadini che possano intervenire concretamente per ricostruire un rapporto di fiducia tra la politica e le persone.

Mancanza di rappresentanze politiche territoriali identitarie

La sfiducia verso la politica, infatti, nasce ed è alimentata, oltre che dagli ingiustificati privilegi, dalla mancanza di rappresentanze territoriali identitarie e capaci di dare risposte adeguate ai bisogni quotidiani ed alle aspettative di futuro delle comunità locali. Purtroppo, con il sistema istituzionale odierno, frutto tra l’altro di un ritorno al proporzionale, sarà sempre più difficile e ardua la crescita. La politica italiana si troverà sempre ostaggio di un qualsiasi Partito che avrà capacità d’interdizione. Le Autonomie Locali devono essere maggiormente protagoniste nella programmazione, nella organizzazione e nel controllo di tutti quei servizi pubblici essenziali che sono diritti di cittadinanza. Il rapporto tra i cittadini e i partiti e andato sempre più in calando e con ciò anche la credibilità stessa delle istituzioni. Hanno pesato la lentezza con cui si riescono a dare risposte ai cittadini, le complicazioni burocratiche e una politica costosa che appare lontana dai bisogni delle persone e che è spesso autoreferenziale. C’è davvero bisogno di una riscrittura, condivisa, delle Istituzioni e delle regole. Non si tratta in alcun modo di mettere in discussione i valori e i principi contenuti nella prima parte della nostra Carta Costituzionale, sacri e immodificabili, ma di modificare la seconda parte e rendere le istituzioni più moderne e più efficaci nella risposta ai problemi del nostro tempo attuale.

Per cambiare politica bisogna partire dal territorio

Non dobbiamo pensare a cambiare, tanto per cambiare. Servono una strategia ed uno sguardo lungo per il futuro del nostro Paese con interventi che possano essere ben definiti a partire dalla priorità del completamento del riassetto delle autonomie dai servizi ai cittadini, alla gestione degli organismi territoriali, alla distribuzione e l’utilizzazione delle risorse, al rapporto tra lo Stato e gli Enti Locali sulla base di principi quali economicità, efficienza ed efficacia.

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