Task Force contro il Caporalato nei campi del Mantovano: 4 denunce
A seguito di un controllo in due aziende agricole ubicate a Magnacavallo.
L’arma dei Carabinieri non ha mai smesso di svolgere i controlli a tutela dei lavoratori al fine di reprimere situazioni di illegalità. Se nel periodo di picco pandemico i militari hanno vigilato affinché tutte le attività produttive fossero sospese e che quelle i cui codici ATECO permettevano l’apertura e l’impiego di lavoratori sono state controllate minuziosamente affinché rispettassero le disposizioni dettate dalla Prefettura, nella fase due - che si spera possa essere prodromica per la ripresa della normale attività, i militari continuano incessanti la loro attività di controllo per il rispetto delle norme che in questo particolare momento storico sono ancora più stringenti proprio perché oltre a dover prevenire infortuni di carattere meccanico, è necessario combattere e tutelare il lavoratore anche contro il nemico invisibile da tutti ormai noto come COVID-19.
Controlli capolarato nel Mantovano
Non solo controllo e repressione da parte dell’Arma, ma anche consulenza e indicazioni su come affrontare questa delicata fase dovuta alla pandemia da Corona Virus, che coincide con il picco per la lavorazione dei campi che precede la raccolta di frutta e verdura nelle sterminate distese di terreni che a partire da Poggio Rusco e fino ai confini dell’Emilia Romagna e del Veneto contraddistinguono e caratterizzano l’economia di questa parte del mantovano.
Ed è proprio sotto la regia della Prefettura e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Mantova che nella giornata di ieri 12 militari della Compagnia di Gonzaga unitamente a personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Mantova, hanno eseguito un controllo in due aziende agricole ubicate a Magnacavallo. Al termine degli stessi sono stati identificati circa una ventina di braccianti agricoli – in larga misura extracomunitari - di cui 3 privi di permesso di soggiorno e quindi totalmente sconosciuti sia all’INPS che all’INAIL.
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Quattro denunce
Quattro sono state le persone denunciate di cui tre, compreso un cittadino di nazionalità marocchina ritenuto il “Caporale”, per violazione dell’art. 603 bis del Codice Penale (Caporalato) ed una per violazione dell’art. 22 comma 12 del Decreto 286/1998 (Occupazione di cittadino straniero privo di permesso di soggiorno). Come noto il Caporalato è una forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera, specialmente in campo agricolo, effettuata attraverso intermediari, detti appunto “caporali” che assumono per un breve periodo operai senza il rispetto delle regole di assunzione e dei diritti del lavoratore. Secondo la normativa attualmente vigente il caporale è un mediatore illegale di manodopera e gestore dei lavoro secondo le richieste dell’imprenditore agricolo. Lo stesso ingaggia per conto del proprietario i braccianti e stabilisce il loro compenso trattenendo una quota per se che gli deve essere corrisposta sia dall’imprenditore agricolo che dai braccianti reclutati.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro nel corso dell’attività hanno provveduto a far sospendere le attività imprenditoriali elevando sanzioni amministrative complessive per 49.000 euro per la violazione dell’art. 3 comma 3 del Dec. Lgs. 12 del 2002, nonché sono state operate tre sospensioni delle attività ai sensi dell’art. 14 del T.U. 81/2008 per non aver rispettato la sicurezza sul lavoro ed è stata elevata una sanzione ai sensi dell’art. 29 Dec. Lgs. 276/2003, relativa al prestito di manodopera, pari ad euro 4000. I tre extracomunitari clandestini sono stati invitati a presentarsi presso la Questura di Mantova per regolarizzare la propria posizione. I controlli nel particolare settore economico continueranno incessanti allo scopo di prevenire – e nel caso reprimere – situazione di illegalità, oltre che di fornire anche attività di consulenza giuridica e tecnica.