ha parlato in aula

Parla a processo il primario di Mantova arrestato per la morte di due pazienti: "Non sono stato io"

Il 49enne accusato di aver somministrato farmaci letali a pazienti Covid, si è difeso dalle accuse che gli sono state mosse in questi mesi.

Parla a processo il primario di Mantova arrestato per la morte di due pazienti: "Non sono stato io"
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É stato ascoltato questa mattina (lunedì 4 aprile) a 14 mesi dal suo arresto, il primario del Pronto Soccorso di Montichiari, il dottor Carlo Mosca, conosciuto anche a Mantova, dove abita.

Le sue parole

"Nessuno dei pazienti è stato abbandonato al suo destino"

Come riporta Prima Brescia è stata l'affermazione che oggi il dottor Carlo Mosca, 49enne ex primario di Montichiari e residente a Mantova, ha pronunciato di fronte la giuria nel corso del processo dinanzi la Corte d'Assise. Carlo Mosca, accusato di aver somministrato farmaci letali a pazienti Covid, si è difeso dalle accuse che gli sono state mosse in questi mesi.

"Non metto in discussione che sia stato trovato il Propofol nel corpo del paziente Angelo Paletti durante l’autopsia, ma non so darmi spiegazione. Alla mia presenza non è stato usato il Propofol, non si è somministrato, qualcuno ce lo ha messo. A mia insaputa chiunque poteva utilizzarlo, magari qualcuno a cui non stavo simpatico. Io sicuramente non l’ho messo. È fuori dubbio che un infermiere può iniettare il Propofol per una cattiveria contro di me. Io mi sono fatto le mie idee", ha aggiunto Mosca, che si trova ancora ai domiciliari.

Le vittime al centro dell'inchiesta

La Procura sta indagando sulla morte di Natale Bassi, 61 anni, residente a Ghedi, e di Angelo Paletti, 80 anni, residente a Isorella ma originario di Calvisano. Nel primo caso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non versava in condizioni tali da poter morire nel giro di cinque minuti, come invece è successo dopo l'«intervento» del primario.

Il decesso risale al 20 marzo 2020, quando Bassi avrebbe avuto una crisi respiratoria e il dottor Mosca avrebbe chiesto agli operatori socio-sanitari e agli infermieri di portargli la succinilcolina e poi di lasciarlo da solo in stanza. Bassi è morto da lì a poco per «un improvviso arresto cardiocircolatorio».

Anche per quanto riguarda la seconda vittima, Angelo Paletti, l'autopsia ha rivelato che la «grave depressione respiratoria» sarebbe stata causata dagli stessi fermarci utilizzati per trattare Bassi. Farmaci che, secondo l'accusa, non sono giustificabili in assenza di intubazione.

 

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