Omicidio del ponte Mantova, il fratello della vittima: "Quindici anni? Troppo pochi"
Parla Paolo Tallarico dopo la sentenza per Muratori. E il giudice nega i domiciliari.
Omicidio del ponte Mantova: secondo il fratello della vittima troppo pochi i 15 anni per Brunetto Muratori. Al quale però il giudice nega gli arresti domiciliari.
"Quindici anni? Troppo pochi"
Non ha dubbi Paolo Tallarico, fratello di Sandro Tallarico, l'uomo che venne freddato con quattro colpi di pistola all'imbocco del ponte di San Giorgio la mattina del 17 gennaio 2018. Secondo il fratello della vittima, i 15 anni di carcere cui è stato condannato l'ex orafo 73enne Brunetto Muratori, reo confesso, sono "troppo pochi". E aggiunge, Tallarico: "Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 25 anni. Mi sarei aspettato che il giudice emettesse una sentenza di 20 anni di carcere, non 15. Mio fratello è stato aspettato all'imbocco del ponte ed è stato ucciso con quattro colpi di rivoltella. Sono cose da film, che a Mantova non si sono mai viste".
La sentenza in abbreviato
La sentenza è stata emessa dal giudice nella giornata di martedì 9 aprile 2019, dopo il processo con rito abbreviato. Nell'occasione il giudice del Tribunale di Mantova ha condannato l'ex orafo Brunetto Muratori a una pena di 15 anni di carcere. Muratori, nel corso degli interrogatori, confessò l'omicidio e aiutò i carabinieri a ritrovare la pistola usata per il delitto, che era stata gettato nel lago. Nel momento della sentenza, la difesa ha chiesto che a Muratori venissero concessi gli arresti domiciliari. Arresti domiciliari che, però, il giudice ha negato ieri, giovedì 11 aprile 2019.
"Per fortuna resta in carcere"
La notizia del non accoglimento della richiesta degli arresti domiciliari, invece, viene accolta con sollievo da parte del fratello della vittima: "Meno male, per fortuna. Se fossero stati concessi anche gli arresti domiciliari ci saremmo trovati con l'omicida di mio fratello a casa invece che in carcere e con una pena quasi dimezzata rispetto a quanto chiesto dalla Procura. Lui non ha mai chiesto scusa o perdono per il delitto che ha commesso, e così pure nemmeno la famiglia. Mai nemmeno uno 'Scusate' o 'Mi spiace'. La morte di mio fratello ci ha devastato la vita: un dolore che ci porteremo dentro per sempre".
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