Catturato Waki, il cane lupo cecoslovacco (del video virale sui social) che si aggirava nel Mantovano
Scappato da casa da una decina di giorni, è stato individuato nei boschi tra Marcaria e San Martino dell'Argine e riconsegnato al suo proprietario
Si conclude con un lieto fine la storia di Waki, cane lupo cecoslovacco scappato dalla sua casa in provincia di Brescia e visto aggirarsi per diversi giorni nel Mantovano. Una presenza che ha destato non poca preoccupazione tra la popolazione locale, la quale in prima battuta ha ipotizzato che si trattasse di un lupo, come testimoniato da alcuni commenti lasciati dagli utenti sotto a un video che stava circolando sui social e che mostrava un cane lupo cecoslovacco nelle campagne di Bozzolo.
Il dubbio, tuttavia, è stato tolto dai chiarimenti del caso da parte delle autorità competenti. Nella giornata di ieri, martedì 27 febbraio 2024, infine, è arrivata la notizia della sua cattura e della riconsegna al legittimo proprietario. A raccontare per filo e per segno le singole fasi della ricerca e del ritrovamento di Waki ci ha pensato Marco Benini, pilota di droni che è riuscito ad individuare il cane lupo cecoslovacco nel Mantovano.
Catturato il cane lupo cecoslovacco che si aggirava nel Mantovano
Dopo alcuni giorni di monitoraggio, ieri, martedì 27 febbraio 2024, è stato catturato dagli agenti della Polizia Provinciale in collaborazione con Marco Benini e riconsegnato al proprietario Waki, il cane lupo cecoslovacco che si aggirava libero tra i territori dei comuni di Marcaria e San Martino dall’Argine.
L’animale, come fanno sapere gli organi di polizia, era scappato da un’abitazione di Leno, in provincia di Brescia, una decina di giorni fa e si era diretto verso il territorio mantovano: diversi e frequenti sono stati gli avvistamenti da parte della cittadinanza locale che puntualmente sui social network hanno documentato l'accaduto, anche attraverso la pubblicazione di immagini e filmati che lo ritraevano nelle campagne vicine ai centri abitati.
L'esempio più significativo, in tal senso, è stato quello del vicesindaco di Marcaria, Gabriele Anghinoni, che ha ripreso l'esemplare mentre si aggirava nelle vicinanze del passaggio a livello di Tezzoglio, periferia di Bozzolo.
In prima battuta, i residenti di quelle zone hanno anche ipotizzato che si trattasse di un lupo. A dissipare ogni tipo di timore, tuttavia, ci hanno pensato le autorità competenti che fin da subito hanno riferito che l'animale selvatico in realtà fosse un cane lupo cecoslovacco. Il dubbio però è stato lecito perché, come spiegato dalla Polizia Provinciale, questa razza canina ha una morfologia del tutto simile al lupo sia per dimensioni che per mantello.
Comprensibile, inoltre, anche la preoccupazione generalizzata da parte degli abitanti di Marcaria e dintorni dato che questo esemplare si era spesso fatto vedere a ridosso del centro abitato di Campitello.
Nella giornata di ieri, però, gli agenti della polizia provinciale, alla presenza del proprietario che da giorni cercava di recuperarlo e con il fondamentale supporto di veterinari ATS e di Marco Benini, professionista dotato di drone, sono riusciti a catturare il cane lupo cecoslovacco. Qui di seguito ecco il filmato del drone con il quale è stato possibile individuare Waki.
Il recupero dell'animale, tuttavia, è avvenuto non senza qualche difficoltà vista la naturale diffidenza del cane che rischiava di inselvatichirsi ogni giorno in più che restava in libertà.
“Tutto questo è anche il frutto e il risultato che ci aspettavamo con l’istituzione del corpo di Polizia provinciale – sottolinea il vice Presidente della Provincia Massimiliano Gazzani - Si raggiunge quello che avevamo preannunciato per la sicurezza e incolumità pubblica. E’ uno dei tanti risultati che conseguiti con l’istituzione della Polizia Provinciale che in questo ambito sta dando supporto agli ATC e alle associazioni venatorie”.
Dopo giorni di girovagare per il Mantovano, il cane, in buone condizioni, è stato riconsegnato al legittimo proprietario.
Il racconto del pilota di droni che ha ritrovato Waki
In queste ore, poi, sul suo profilo Facebook, Marco Benini ha pubblicato una serie di fotografie e filmati realizzati con il drone che raccontano per filo e per segno come è stato ritrovato il cane lupo cecoslovacco Waki. Qui di seguito ecco un estratto di quanto Marco ha voluto spiegare più approfonditamente nel suo post.
"La sera decolla Nibbio02, in cerca di Waki, sorvolando la zona indicata dai cani. Viene rilevata la sagoma termica di un cane in fuga: potrebbe essere lei, ma la velocità del target unita alla presenza di cavi dell’alta tensione rende impossibile l’identificazione. Piazziamo le fototrappole per fugare i dubbi, ma gli esiti sono deludenti: il cane inquadrato non era Waki e i punti cibo non sono stati visitati. Waki fa capire da subito che non si farà prendere facilmente. L’istinto mi dice di indagare meglio sul CLC di Asola e arrivano i primi filmati da passanti sorpresi che hanno ripreso un lupo aggirarsi per Asola, poi per Acquanegra sul Chiese, poi Bozzolo. La distanza da Leno è tanta, forse troppa per dire che è lei, ma è l’unica traccia che abbiamo.
Giungono intanto le prime immagini ufficiali di Waki, risalenti a prima della fuga. Viene immediatamente comparata col cane dei filmati della provincia di Mantova. Ci sono molte somiglianze, ma anche molte differenze. Per me appare decisivo che entrambe le lupe presentino capezzoli ingrossati che indicano un allattamento terminato di recente. Di nuovo una vocina interiore mi dice di persistere e che potrebbe trattarsi dello stesso cane, nonostante tutti insistano che non si tratti dello stesso cane.
Nel frattempo è trascorsa una settimana e decidiamo di spostare le ricerche nel mantovano. Proprio in quel momento arrivano segnalazioni che ci indicano un lupo cecoslovacco che si muove tra Marcaria e Campitello. Inizia una preziosa collaborazione con la polizia provinciale di Mantova, per tenerci costantemente aggiornati sugli avvistamenti, che cominciano a piovere quotidianamente. Nel percorso incontriamo Francesko, che mentre cerca il proprio CLC Jack (scomparso circa 6 mesi fa) avvista la presunta Waki in movimento sull’argine dell’Oglio, nei pressi di Gazzuolo. Ci precipitiamo sul posto e, per la prima volta, la vediamo di persona: si muove furtiva, a proprio agio, nella vegetazione sull’argine. Zoppica leggermente (confermando l’ipotesi di Fabio sull’investimento). La fotografiamo (sempre più somigliante a Waki) e proviamo un approccio soft, ma il cane chiarisce immediatamente di non voler alcun contatto con gli esseri umani. Appare terrorizzata e provata dalla fame. La perdiamo mentre si allontana nella boscaglia. Subito vengono piazzate delle fototrappole nei pressi dei luoghi dell’avvistamento.
Il mattino successivo giunge la notizia di un altro avvistamento a Marcaria, addirittura in una cascina! Il drone decolla per confermarlo e verso sera trova la cagna in un bosco fittissimo, a circa mezzo chilometro dalla cascina. Decidiamo di giocarci il tutto per tutto con una cattura con gabbia trappola all’interno della cascina. E quella sera Waki ci dà una lezione di sopravvivenza selvatica: viene alla cascina, ignora completamente la gabbia trappola, entra nel pollaio vuoto a curiosare (ripresa dalle fototrappole) e poi si allontana dalla cascina, per non farvi mai più ritorno. A nulla varranno i successivi tentativi di cattura con la gabbia in quel luogo. Non solo.
La notte prima ha visitato il punto cibo che avevamo creato nei pressi di Gazzuolo, divorando tutto. Mentre noi eravamo da tutt’altra parte. Il giorno successivo riusciamo nuovamente ad individuarla con il drone termico, mentre riposa tra i rovi ai lati di un canale, lungo un pioppeto. Data l’incostanza del cane sui punti cibo, tentiamo un approccio più diretto: l’imboscata. Ovviamente anche in questo caso è la lupa a vincere il set, rilevando la nostra presenza da decine di metri di distanza e scomparendo nel nulla dopo averci gettato un’occhiata diffidente. Per la seconda volta l’ho avuta a meno di 20 metri da me e non l’ho potuta prendere! Da quel momento nessuno ha più visto la cagna in quelle aree. I punti cibo rimangono deserti. Nessuno la vede più in quella zona. La lupa se n’è andata portandosi dietro tutta la sua magia e con lei la speranza di catturarla e capire se si tratti o no di Waki.
Ci prendiamo un pausa, dopo notti insonni. Giungono sparute segnalazioni, troppo confuse per capire la direzione sta prendendo il cane. E poi ieri, l’epilogo: la lupa ha attraversato la provinciale diverse volte. Il pericolo è enorme: per lei e per gli utenti della strada. Inoltre, poiché nella zona ci sono veri lupi, la sua presenza genera continuamente panico nel centro abitato che ha raggiunto. Di concerto con Polizia Provinciale, Polizia Locale, Carabinieri e ATS, si tenta il tutto per tutto per bloccare il cane. Nibbio02 si alza in volo un’ultima volta, in mezzo a raffiche di vento da 50 Km/h e pioggia battente… e la individua! Raggomitolata. Stremata. Sotto la tenda di una serra. E proprio lì, infine, viene presa, mentre Nibbio2 supervisiona le operazioni dal cielo. Si legge il chip: è Waki. Avevo ragione! Viene riconsegnata alla sua famiglia, viva e in sicurezza".
Alessandro Balconi