Pedofili in rete indagati 3 mantovani
Quattro arresti e 18 denunce: usavano una app canadese per scambiarsi video con protagonisti bambini.
Pedofili in rete: un'indagine partita dal Canada.
Pedofili in rete
L'indagine è partita dal Canada: il materiale pedopornografico veniva infatti veicolato attraverso una app canadese “Kik interactive messenger”. I protagonisti dei video erano bambini e adolescenti. Al momento quattro persone sono già finite in carcere: un 25enne della provincia di Latina, un 46enne di Bologna, un 31enne di Napoli e un impiegato 30enne del Torinese. I primi tre risultano disoccupati.
Studenti, disoccupati e pensionati
Tutti uomini, tranne una sola donna, sono finiti nei guai. Studenti, disoccupati e pensionati. I 3 mantovani risiedono rispettivamente a Mantova città, Borgoforte e Piubega. Altri indagati vivono tra Bergamo, Monza e il Pavese. Le persone indagate rischiano fino a sei anni di carcere.
La stanza virtuale
Avevano creato una stanza virtuale sulla app, uno spazio privato dove accedevano solo i membri selezionati. In quel contesto ci si scambiavano foto e video di bambini costretti ad atti sessuali. La polizia postale lombarda, ha sequestrato circa 20 mila tra immagini e video, quasi tutti prodotti in Asia e Sudamerica. Perquisiti appartamenti e uffici in Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia, Toscana, Campania e Marche. Si sta tentando di identificare le vittime mediante un lavoro internazionale.