Un progetto di educazione sessuale troppo esplicito alle elementari: insorge gruppo di genitori
Alcuni genitori si sono opposti all'iniziativa e hanno chiesto aiuto all’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus.
Si è aperta una polemica sul progetto di educazione sessuale dal titolo "Educazione all’affettività e alla sessualità” previsto per le classi quinte delle scuole elementari di Ceresara e Casaloldo. Un gruppo di genitori è insorto perché considera l'iniziativa troppo esplicita.
Educazione sessuale troppo esplicita alle elementari: insorge gruppo di genitori
L'argomento "Educazione all'affettività e alla sessualità" sarà discusso il prossimo 31 maggio 2022 verrà discusso all’interno di un progetto di educazione sessuale alle quinte delle elementari di Ceresara e Casaloldo, in provincia di Mantova. Sull'iniziativa, tuttavia, è insorto un gruppo di genitori che, non d'accordo con il progetto poiché considerato fin troppo esplicito, si è rivolto all’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus che sul territorio mantovano è rappresentata da Luca Arzeni.
"Come detto le famiglie che si sono rivolte all’associazione vogliono rimanere anonime perché hanno timore di critiche o peggio di ritorsioni, ma la questione a nostro avviso è alquanto grave – afferma di Luca Arzeni - Coito, piacere sessuale, omosessualità, malattie sessuali e aborto. Sono alcuni degli espliciti e scabrosi temi che potrebbero essere trattati davanti ai bambini di quinta elementare delle scuole primarie di Casaloldo e Ceresara, in provincia di Mantova, nell’ambito di un progetto sull’ 'Educazione all’affettività e alla sessualità', previsto per il prossimo 31 maggio, che ci è stato segnalato da genitori indignati e preoccupati.
Come si può pensare di spiegare a bambine e bambini di soli 10 o 11 anni cosa significa un coito, cosa sono o come si contraggono le malattie sessualmente trasmissibili, l’omosessualità e i vari dettagli sull’interruzione di gravidanza? E’ assurdo, peraltro, far decidere agli stessi bambini gli argomenti da trattare in base alle loro domande anonime, che possono essere di qualsiasi tipo e indotte da ciò che purtroppo troppo spesso proprio i più piccoli sentono in televisione o in famiglia ma che non sono assolutamente adatti in un’età così delicata. Il rischio di traumatizzarli e confonderli è troppo alto. Chiediamo quindi – termina Arzeni – l’annullamento dell’iniziativa e che scuola e ufficio scolastico regionale facciano chiarezza!".