Televisione e digital divide: il satellite, risorsa chiave per le aree montane

Televisione e digital divide: il satellite, risorsa chiave per le aree montane
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L'accesso alla televisione nelle aree montane italiane resta una sfida, nonostante i progressi tecnologici. Le comunità lontane dai centri urbani continuano a lottare con un segnale instabile, problema aggravato dal passaggio al digitale terrestre e dalla progressiva eliminazione dei ripetitori locali. Oltre a limitare l’intrattenimento, questa situazione ostacola l’accesso a notizie e servizi cruciali.

Il digitale terrestre, nato per migliorare la qualità e ampliare l’offerta televisiva, ha invece penalizzato le zone remote. Rispetto al segnale analogico, più ampio e accessibile, quello digitale richiede una ricezione stabile, lasciando molte comunità prive di copertura dopo la disattivazione dei ripetitori.

Lo streaming online potrebbe essere una valida alternativa, eliminando la dipendenza dalle antenne. Tuttavia, il divario digitale italiano ne frena la diffusione. Secondo AGCOM, 8 milioni di famiglie su 25 milioni non dispongono di una connessione fissa o utilizzano solo reti mobili, spesso lente e instabili. Inoltre, circa 5 milioni di famiglie hanno ancora connessioni in rame, inadeguate per lo streaming in alta definizione.

Le carenze infrastrutturali pesano ulteriormente sul problema. Secondo ISTAT, il 30% del territorio nazionale è privo di connessioni ultraveloci, con picchi del 50% in aree alpine e appenniniche. La copertura limitata di fibra ottica e 5G rende lo streaming inaccessibile per molte famiglie, mentre l’uso delle IPTV è complesso per chi ha poca familiarità con la tecnologia.

Il satellite si conferma quindi la soluzione più efficace per garantire una copertura televisiva capillare. La piattaforma gratuita Tivùsat, sostenuta da Rai, Mediaset e TIM, rappresenta un’ancora essenziale per milioni di italiani privi di segnale terrestre. Secondo Auditel, oltre 15 milioni di persone guardano la TV via satellite, con Tivùsat che registra circa 4 milioni di smart card attive.
Alcuni enti locali stanno esplorando soluzioni ibride per colmare il digital divide, come il Fixed Wireless Access (FWA), che fornisce connessioni rapide tramite antenne radio. Tuttavia, questi progetti richiedono investimenti ingenti e tempi lunghi per la realizzazione.

In conclusione, il progresso tecnologico non ha ancora colmato il divario digitale tra le città e le zone montane, confermando il satellite come unica soluzione concreta. Sebbene lo streaming rappresenti il futuro, la carenza di infrastrutture e la scarsa diffusione della banda larga ne limitano l’accessibilità. Finché queste lacune non saranno colmate, il satellite continuerà a essere il principale mezzo di accesso alla televisione per le comunità isolate.

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