Troppi errori e scivoloni, in Regione aria di cambiamenti: dito puntato su Gallera
Il ruolo dell'assessore sarebbe già stato in bilico prima dell'estate. Ora, i davanti a una Lombardia travolta dalla seconda ondata, sarebbe ancora più a rischio.
Domani un vertice di maggioranza che potrebbe cambiare la mappa dei vertici di Regione Lombardia. Domani, venerdì 13 novembre, la “resa dei conti”: la Lega sarebbe pronta a chiedere la testa dell’assessore al Welgfare Giulio Gallera. A raccontare la situazione sono i colleghi di Prima Saronno.
Regione, aria di rimpasto
Così non si va avanti. “Passi” la prima ondata ma la seconda no. Tanti i malumori e gli imbarazzi in queste settimane tra i rappresentanti e i generali leghisti lombardi, abbastanza da far riemergere le richieste di un cambio nella squadra di Attilio Fontana. Sentimenti già forti a fine primavera, mesi in cui l’immagine del “modello Lombardia”, di un sistema sanitario nordeuropeo è crollato davanti ai numeri tragici di Bergamo, del Pio Albergo Trivulzio, delle cinque inchieste in tre mesi che hanno segnato la prima ondata dell’epidemia. Allora era bastato il cambio del numero uno del Dg Welfare, con Andrea Trivelli a sostituire Luigi Cajazzo, finito poi tra gli indagati dell’inchiesta su Alzano Lombardo. Questa volta invece non sembra ci sia spazio per altri capri espiatori.
Gallera sul banco degli imputati
Domani, venerdì 13, alle 14.30 la resa dei conti, un vertice di maggioranza che a quanto riporta l’agenzia Askanews da fonti interne a Palazzo Lombardia sarebbe stato quindi chiesto proprio dalla Lega: l’obiettivo è sostituire l’assessore al Welfare o almeno affiancarlo a una nuova figura “di controllo”.
Una pressione non nuova, già forte come detto in primavera e che avrebbe portato a un progressivo allontanamento dell’assessore al Welfare dai riflettori, sparito non solo dalle dirette sull’aggiornamento dei dati (che non si fanno più da maggio, sostituite dal cartello riassuntivo e poche righe di commento) ma anche da gran parte delle comunicazioni sul tema da parte della Regione. E non solo per qualche scivolone come la “grossolana” spiegazione dell’indice Rt.
I passi falsi della gestione sanitaria
Troppi errori, troppi imbarazzi, troppi passi falsi che stanno generando il malumore dei cittadini. Come i numeri dell’emergenza coronavirus raccontano ormai quotidianamente, la Lombardia è ancora tra i territori più colpiti e come da settimane spiegano medici e addetti il sistema sanitario è stato travolto da uno tsunami che si doveva essere in grado di prevenire e sopportare.
A Milano e in quasi tutti i territori il tracciamento è saltato. Si fanno si più tamponi di qualsiasi altra regione lombarda ma a Milano, e non solo, si è ormai rinunciato a tracciare gli asintomatici che come Bergamo ha insegnato rappresentano un veicolo importante del contagio. Le Ats non riescono più a tenere il passo delle migliaia di nuovi casi al giorno, e nonostante qualche iniziativa (come l’sms per l’indagine dei contatti nel territorio di Ats Insubria) è completamente saltata la capacità di circoscrivere subito i casi e fermare i focolai, come dimostra l’indice Rt schizzato, secondo le ultime analisi dell’Iss, sopra il 2.
Concausa e allo stesso tempo conseguenza dei numeri troppo elevati da tracciare, una rete d’intervento territoriale in enorme difficoltà arrivata impreparata a una seconda ondata che tutti gli esperti avevano previsto. I bandi per i Covid Hotel sono arrivati solo nelle ultime settimane. I medici di base si sono trovati ad essere il collo d’imbuto del sistema, dovendo gestire le richieste di tamponi, di assistenza domiciliare e dovendosi occupare della prima fase di tracciamento. Carico di lavoro che affiancato a quello “di base” li ha messi in sovraccarico, sguarniti davanti alla nuova emergenza. A questo si aggiungono le Usca, ben lontane da quel rapporto di un’unità ogni 50mila residenti indicata dal Ministero, col risultato che proprio i pazienti più fragili e anziani si sono trovati senza assistenza domiciliare.
Da ultimo, i vaccini. La campagna antinfluenzale è iniziata da un mese e ad oggi restano ancora da consegnare quasi 2 milioni di dosi delle 2,5 acquistate, comunque sotto l’obiettivo che la Regione si era data di 2,8 milioni. Negli ambulatori e ai medici arrivano alla spicciolata, tra continui rinvii che costringono a rivedere calendari e programmi. Dodici bandi emessi, tra gare a vuoto, prezzi doppi o tripli rispetto altre regioni e forniture di farmaci non certificati e cittadini che esasperati iniziano a rivolgersi al privato, stanchi dei tempi e dell’incertezza del pubblico.
Una gestione sotto accusa
Passi falsi che toccano direttamente i cittadini, che a loro volta perdono fiducia nella giunta leghista e in chi la rappresenta, volti e partiti. Una perdita di fiducia che, secondo molti, oltre a colpire in primis Fontana (crollato al 13esimo posto nella classifica di gradimento dei Presidenti di Regione) sarebbe stata anche alla base dei risultati decisamente deludenti dell’ultima tornata elettorale amministrativa. E ora quindi sarebbero proprio gli “azionisti di maggioranza” della maggioranza a chiedere un cambio di passo. Domani, forse, si saprà quanto forte: se con la sostituzione di Gallera o l’inserimento di una figura di supporto, “anche non leghista”, che possa evitare altri errori.
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