L'intervista

Menorello al meeting di Rimini: "Oggi in politica i cattolici devono saper giudicare"

"I cattolici in politica devono ripartire dal domandarsi cosa significa essere presenti nel cambio d’epoca"

Menorello al meeting di Rimini: "Oggi in politica i cattolici devono saper giudicare"
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Si è svolto negli scorsi giorni il Meeting di Rimini, la manifestazione del movimento di Comunione e Liberazione che propone una riflessione e un confronto aperto su tanti temi, da quelli culturali a quelli religiosi, passando inevitabilmente per l'attualità e la politica. Proprio su quest'ultime due tematiche si è concentrato l'intervento dell'avvocato Domenico Menorello, promotore del network Pubblica agenda "Ditelo sui tetti", in un'intervista rilasciata alla rivista "Il Timone".

Menorello al meeting di Rimini: "Oggi in politica i cattolici devono saper giudicare"

Menorello, i cattolici in politica contano ancora qualcosa? O non contano più niente?

"I cattolici in politica devono ripartire dal domandarsi cosa significa essere presenti nel cambio d’epoca. Finora, i decenni che ci stanno alle spalle, hanno visto una presenza dei cattolici in politica che hanno, come dire, dato per premessa una koinè valoriale condivisa nel Paese e quindi si sono focalizzati, comprensibilmente, nella organizzazione del potere. Oggi, nel cambio d’epoca indicato, riconosciuto da papa Francesco nel 2015, questa condivisione valoriale, antropologica, di cos’è l’uomo, è totalmente caduta: quindi i cattolici non possono continuare a fare come non fosse successo nulla e pensare ancora solo in termini organizzativi la presenza pubblica… con il risultato di essersi frazionati in una polveriera di partiti e totalmente insignificanti".

Quindi, cosa fare?

"C’è la necessità di aprire un fronte che possiamo chiamare, per capirci, “prepolitico”, ma che è totalmente politico, per aiutarci assieme: A) a individuare quanto le leggi, e quindi il livello politico, voglia spingere la società su un modello neo-individualista, dove i legami, le relazioni e le responsabilità sono sentiti come dei vincoli negativi; B) a riproporre, a ristupirsi, con la forza della ragione, su un modello invece antropologico in cui tutta la vita, anche nelle fragilità, nelle debolezze, nei fallimenti è una speranza e ha un valore assoluto, e far vedere quanto sia più ragionevole questa seconda posizione. Quindi oggi in politica la missione dei cattolici è soprattutto di saper giudicare, di saper offrire contenuti con maggiore ragione e maggiore bellezza a tutti".

Avete iniziato un’esperienza, nel marzo scorso, che si chiama “Sui tetti”: è un tentativo di fare questo? Che cos’è?

"È un tentativo nato spontaneamente di stare assieme pubblicamente, quindi “Sui tetti”, a capire cosa sta succedendo, a capire come mai ogni anno c’è un tentativo di forzare la struttura, l’educazione antropologica sull’idea di uomo, con delle leggi che sono il tentativo di dire che noi abbiamo valore solo se siamo capaci di autodeterminarci, solo se siamo performanti, solo se siamo secondo i canoni del successo; “Sui tetti” è un tentativo, invece, per dire “No”: il nostro cuore desidera altro e vogliamo declinare delle proposte che dicano questo. Abbiamo cominciato a farlo anche partecipando al Meeting di Rimini con un webinar sul fine vita, un dialogo alla luce del Ddl 2553 Senato".

Il webinar è stato citato ieri nel dibattito dei leader politici al Meeting da Matteo Salvini (nel video qui sotto diamo la possibilità ai lettori di vedere il webinar), ma con le elezioni alle porte come si concretizza l’idea di un’agenda cattolica per la politica?

"Abbiamo tracciato, in questo momento, 65 obiettivi concreti, che offriamo, assieme con circa 90 associazioni – e a tutte le altre, ogni giorno qualche amico si aggiunge, grazie a Dio -, ai decisori e a tutti per un dibattito pubblico appunto “Sui tetti”. È una cosa che dà molto gusto, dà molta soddisfazione per chi la fa e quindi in sé credo sia un tentativo bello. Poi vediamo anche che quando siamo assieme l’attenzione dei decisori si alza e qualche volta incidiamo di nuovo".

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