Mantova conferisce la cittadinanza onoraria a Liliana Segre

Il Consiglio comunale si è espresso all'unanimità esprimendo solidarietà alla senatrice.

Mantova conferisce la cittadinanza onoraria a Liliana Segre
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Mantova si è espressa all'unanimità: sì al conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, la senatrice a vita ebrea e sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz.

La proposta in Consiglio comunale

E' stato Massimo Allegretti, presidente del consiglio comunale, a presentare la proposta nelle opportune sedi. Il sindaco Mattia Palazzi si dichiara entusiasta dell'accoglimento della proposta, utile a far capire alla senatrice Segre che "vogliamo essere noi la sua scorta e che siamo contro a qualsiasi forma di odio e di razzismo".

La storia di Liliana Segre

Sul sito del Comune di Mantova, che ufficializza l'attribuzione della cittadinanza mantovana a Liliana Segre, viene fatto un piccolo excursus sulla sua vita.

Liliana Segre è nata a Milano il 10 settembre 1930. In quanto ebrea, rimase vittima delle leggi razziali fasciste all'età di solo 8 anni, nel settembre del 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola elementare per trascorrere con alcuni familiari un lungo periodo in fuga dalle persecuzioni razziste, tra la Brianza e la Valsassina.

La deportazione ad Aushwitz

Nel tentativo di trovare salvezza in Svizzera, fu bloccata al confine il 7 dicembre 1943, trasferita in Italia e tratta in arresto nei pressi di Varese venne condotta in diverse carceri lombarde, fino a San Vittore a Milano dove rimase detenuta per 40 giorni. Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal 'Binario 21' della Stazione Centrale di Milano al campo di concentramento di Birkenau-Aushwitz dove vi arrivò il 6 febbraio e venne internata nella sezione femminile, il padre morì nell’aprile, mentre i nonni paterni deportati ad Auschwitz, furono uccisi poco dopo il loro arrivo. Durante la sua permanenza nel campo di concentramento fu impiegata nei lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union, di proprietà della Siemens per circa un anno.

Il 27 gennaio 1945, per sfuggire all'avanzata dell'Armata Rossa, i nazisti sgomberarono il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz trasferendo a piedi, 56.000 prigionieri tra cui anche Liliana Segre, in un viaggio della morte verso la Germania. Non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrück e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania. Fu liberata il 1° maggio 1945, dopo l'occupazione del campo di Malchow da parte dell’Armata rossa tornando a Milano solo nell'agosto 1945.

Liliana Segre è una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz.

L'inizio dell'attività di memoria e coscienza

Ricordato altresì che nel 1990, dopo 45 anni di silenzio sulla sua storia personale, decise di partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano portando la sua testimonianza di ex deportata, diventando una testimone importantissima per l’Italia, fino ad essere nominata Senatrice a vita nel gennaio 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L'impegno di Mantova

"La volontà dell’amministrazione comunale di Mantova è di contribuire alle azioni di ricordo e coscienza attraverso il conferimento a Liliana Segre della cittadinanza onoraria, che pur essendo un atto formale e altamente simbolico, la accoglie di fatto nella comunità mantovana, annoverandola tra i suoi più illustri concittadini.

Si è pertanto deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre per l’alto valore civile, sociale e culturale della sua testimonianza e del suo impegno, poiché rappresenta una delle figure più nobili della Nazione, segnata dal portare in sé la memoria della tragedia della Shoa e il senso della vita come sopravvivenza dell’umano e come scelta etica per cogliere pericoli e opportunità per tutta l’umanità."

Questo l'impegno assunto dal Consiglio comunale di Mantova, che all'unanimità ha accolto Liliana Segre come membro della comunità mantovana.

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