Cinque Stelle nudo su Facebook: Babilonia politica in Lombardia

Dalla non troppo velata metafora del pentastellato "Mi sento spogliato del mio voto" alle proposte di rimuovere le foto di Mattarella.

Cinque Stelle nudo su Facebook: Babilonia politica in Lombardia
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Cinque Stelle a Rho si spoglia integralmente per protesta, lotte interne per togliere le foto del Presidente Mattarella dai Comuni e tafferugli nelle varie Giunte lombarde.

Parti intime coperte solo dalla bandiera italiana

Nudo sui social per protesta contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gesto plateale del capogruppo dei Cinque Stelle in consiglio comunale a Rho Mirko Venchiarutti. “Mi sento spogliato del mio voto. Fino a che punto volete spogliarci dei nostri diritti?”. Questo il messaggio lanciato dal rappresentante dei Cinque Stelle.

Via Mattarella in Brianza

In Brianza, i sindaci leghisti hanno tolto la foto di Mattarella dai propri uffici. Al suo posto, una statua di Alberto da Giussano. E’ accaduto negli uffici dei sindaci di Albiate, Lazzate, Ceriano Laghetto, Biassono, Renate, Meda. Il sindaco di Varedo, Filippo  Vergani già da due anni ha invece il leggendario eroe lumbard nel suo ufficio. L’eroe giussanese in effetti è sempre stato presente anche a Biassono, da sempre roccaforte del Carroccio. Tutti Comuni, a dir la verità, dove le tradizioni lumbard hanno sempre prevalso sui formalismi istituzionali. “Un segno di rispetto verso la volontà degli italiani, della democrazia e del risultato delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo”. Così Andrea  Villa, commissario provinciale della Lega a Monza e Brianza, commenta la decisione dei sindaci leghisti di togliere dai propri uffici la foto del presidente della Repubblica, Sergio  Mattarella.

Como nel caos

Le vicende del mancato Governo nazionale gialloverde sono sbarcate anche in Consiglio comunale a Como. Tanti infatti gli interventi preliminari sul tema che, nello specifico, hanno attaccato le provocatoria proposta dei leghisti lariani di togliere la foto del Presidente della Repubblica dai Comuni.  La provocazione portata avanti dai deputati leghisti Alessandra Locatelli e Eugenio Zoffili ha scatenato le ire delle minoranze in Consiglio Comunale a Como. Ad intervenire a riguardo è stato il consigliere di Svolta Civica Vittorio Nessi che ha attaccato direttamente il vicesindaco Alessandra Locatelli: “L’assessore dovrebbe sapere che le scorciatoie populistiche non hanno mai portato a nulla, ma anzi ai drammi che la Storia conosce. L’assessore deve ricordare che non è solo di una parte degli elettori ma rappresenta tutta la città. Se qualcosa deve essere rimosso non sono le foto del Presidente bensì l’assessore”.

Difesa di Palazzi dalla Bassa

Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, entra a gamba tesa nella polemica a difesa di Mattarella: “Volevano portare il Paese fuori dall’Euro senza dirlo agli italiani, avendolo nascosto in campagna elettorale per paura di perdere voti. E pretendevano anche che il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e dell’interesse nazionale, facesse il passacarte. Il Presidente ha tutelato l’interesse dell’Italia, il risparmio degli italiani. Non è colpa sua e non è da cinque anni che il debito pubblico italiano è per oltre 500 miliardi comprato da investitori internazionali. Per due mesi hanno sparato parole irresponsabili sull’euro e l’Europa e bene ha fatto il Presidente a chiedere rigore sull’euro, prima che i titoli di Stato italiani perdano valore. Finiremmo come la Grecia di 5 anni fa. Mattarella non ha impedito alcun governo. Il governo non l’hanno voluto fare! Salvini in primis. Se volessero davvero potrebbero farlo ancora, anche domani. Mettono il leghista Giorgetti e giurano dopo un minuto. Perché non lo fanno? È stata una enorme presa in giro, altroché inveire su Mattarella! Ora serve tantissima responsabilità e svelenire un clima di odio che mette in ginocchio il Paese.”

“Mattarella, scenda dal Colle”

Molto meno conciliante la posizione del sindaco di Cisano Bergamasco Andrea Previtali. L’uomo ha invitato ufficialmente Mattarella presso il suo Comune.

“Sono sindaco di Cisano Bergamasco, un paese della Provincia di Bergamo. Le scrivo perché, dopo la Sua scelta di ieri sera, mi risulta difficile credere ancora nella democrazia. Per sei anni ho lottato e “combatto” ogni giorno per i miei cittadini. Lei ha detto che avrebbe agito così per salvare i soldi ed i risparmi degli italiani… , ma mi chiedo se Lei conosca veramente gli italiani. Quelli che la mattina vanno al lavoro (per quelli che un lavoro ce l’hanno), che pagano le tasse ma si ritrovano senza servizi: strade con le buche perché i comuni e le Province non hanno soldi per sistemarle, o i pendolari dei treni che, quando ci sono, sono sempre in ritardo ed i cittadini sono ammassati come animali.”

 

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