"Bimbo negroide": Pasolini chiede scusa e lascia l'incarico di segretario della Lega
"Ho usato parole desuete che avrebbero potuto essere fraintese. Quattro righe scritte di fretta sui social"
Dopo il post sul "bimbo negroide" il segretario della Lega Cristian Pasolini chiede scusa e si dimette: "Non volevo offendere nessuno".
Pasolini chiede scusa e si dimette
Il segretario di Mantova della Lega Cristian Pasolini, chiede scusa e lascia l'incarico ricevuto circa un anno fa all'interno del partito. La decisione di Pasolini, avvocato, è arrivata nella giornata di ieri, giovedì 30 maggio 2024, dopo essere stato travolto dalle polemiche per aver definito "bimbo negroide" un bambino apparso in una foto del taglio del nastro della palestra comunale di Fiera Catena.
Pasolini ha infatti diffuso una nota sulla questione, spiegando le parole usate e chiedendo scusa anche al bambino ritratto nella fotografia.
"Stigmatizzare il politically correct a tutti i costi"
"Quando si affida ad una piattaforma social un pensiero espresso in quattro righe scritte di fretta - spiega Pasolini nella nota -, si accetta il rischio di esser fraintesi o di non riuscire a spiegarsi correttamente.
"Le mie intenzioni erano esclusivamente quelle di stigmatizzare un certo tipo di propaganda elettorale, spesso in uso a Mantova, che spinge sui soliti punti dell'inclusione, dell'integrazione, del politically correct a tutti i costi e della woke culture, utilizzando casualmente certi soggetti con particolari caratteristiche.
"Termini non woke culture"
"Le prime reazioni al post erano assolutamente in linea con il tenore dello stesso e non sembrava ci fossero fraintendimenti.
Quando ho notato una reazione inaspettata da parte di alcuni, ho cercato di chiarire e meglio spiegare il senso di un post fatto per contrastare il metodo politico in parola. Un post in cui avevo la necessità di utilizzare termini che non fossero politically correct o woke culture, ma con ciò non offensivi. Di lì la scelta di terminologia scientifica e l'utilizzo di termini desueti di antropologia, poco conosciuti dai più. La tradizione, anche un po’ in disuso e cruda, contro il politically correct che ci vuole allineati o nemici.
"Me ne rendo conto: parole intese come offensive"
"Nel giro di poche ore, però, mi sono reso conto di aver utilizzato con troppa leggerezza espressioni che, proprio perché desuete e che risentono del dibattito del politically correct, venivano intese anche negativamente e per accezioni semantiche che non hanno.
"Questo accadeva anche grazie a una strumentalizzazione politica mirata e ben organizzata che ha sapientemente ingigantito la vicenda. Il seguito è stato solo il tamtam degli odiatori seriali.
"Chiedo scusa: lascio l'incarico"
"Ciò detto, e pur ritenendo corretto soprattutto nelle intenzioni il mio operato, che mai ha voluto essere offensivo, mi dispiace che qualcuno si sia sentito offeso leggendo ciò che avevo scritto.
"Mi scuso con tutti coloro che si siano risentiti e ribadisco che nelle mie parole, nei miei pensieri e nelle mie intenzioni non c'è mai stata volontà denigratoria e men che meno razzista, tantomeno nei confronti di un bimbo, al quale vanno principalmente le mie scuse, a prescindere da qualunque considerazione.
"Per la stessa ragione e per non creare imbarazzi - conclude Pasolini - ho rassegnato le dimissioni dall'incarico ricoperto di segretario della Lega di Mantova".