Il commento

Approvata in Regione la legge sulle politiche di welfare sociale, Cortese (PD): "Bella norma, ora servono investimenti"

"La nostra preoccupazione è che alla teoria non facciano seguito i fatti", ha aggiunto la consigliera

Approvata in Regione la legge sulle politiche di welfare sociale, Cortese (PD): "Bella norma, ora servono investimenti"
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Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità il progetto di legge sulle politiche di welfare sociale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione di tutte le persone con disabilità. Questo il commento di Paola Cortese, consigliera regionale del Pd.

“Abbiamo fatto un passo avanti e dotato la Lombardia di una nuova legge che vuole andare incontro alle necessità delle persone con disabilità considerandone le esigenze a tutto tondo, non solo dal punto di vista sanitario, ma di indipendenza economica e abitativa e di inclusione sociale e lavorativa. Ora però la legge non deve restare solo sulla carta e prima di tutto vanno aumentati i fondi”.

Approvata in Regione la legge sulle politiche di welfare sociale, il commento di Cortese

“Come Gruppo regionale abbiamo contribuito alla norma sia in Commissione Sanità che con l’ordine del giorno approvato durante la seduta – prosegue l’esponente dem –. Tuttavia, la nostra preoccupazione è che alla teoria non facciano seguito i fatti. Per questo abbiamo sollecitato la Giunta regionale affinché si impegni ad aumentare i fondi a favore delle persone disabili e a renderli strutturali, visto che attualmente risultano ampiamente insufficienti”.

Inoltre, il Pd, prosegue Cortese, ha chiesto “di ridurre la burocrazia perché le persone non possono sempre doversi orientare in una giungla di servizi. Serve, poi, lavorare sulla sanità territoriale, che solo ora si inizia a ricostruire in Lombardia. Affinché le politiche a favore delle persone con disabilità appena approvate siano davvero efficaci, è necessario che vengano coinvolti i Comuni, che rappresentano una fondamentale congiunzione tra persona e istituzione, attraverso i piani di zona, oltre che prevedere un ruolo più significativo per le realtà del terzo settore”.

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