Tenente medico la donna mantovana che ha sfidato la Prima Guerra Mondiale
Nata al tramonto dell''800, in un'epoca in cui l'istruzione femminile era poco più che un vezzo, si laurea in medicina.
Tenente medico: celebrata la figura di Maria Predari, una donna unica per il suo tempo.
Tenente medico
Era di origini bresciane ma abitava nella bella Mantova, in via Trento 12, Maria Predari. Una di quelle donne la cui storia vale la pena di essere raccontata e ascoltata. Sarà la Fiera di Padova a tributarle un ricordo speciale, all'interno della mostra sulla Grande Guerra in Campionaria.
Una donna che ha sfidato le convenzioni
Maria Predari è stata sottotenente medico e poi tenente medico e chirurgo dal 24 maggio 1915 al 31 maggio 1920. Al suo ricordo di donna medico impegnata nel primo conflitto mondiale, la Fiera Campionaria di Padova dedica fino a domenica 20 maggio uno spazio nella mostra sulla Grande Guerra, accanto a un’uniforme di dottoressa medico della Croce Rossa Italiana nella prima guerra mondiale. Nata al tramonto dell''800, a Fiesse Bresciano nel 1884, in un'epoca in cui l'istruzione femminile era poco più che un vezzo, si laurea in medicina. Ma non finisce certo qui l'elenco delle sue unicità. Allo scoppio del conflitto fu di stanza prima all’Ospedale Militare Umberto I di Mantova, poi a luglio al V Centro Reclutamento di mobilitazione della Croce Rossa Italiana di Verona. Dal 15 luglio 1916 al novembre dello stesso anno la destinarono all’Ospedaletto da campo 163 a Ovaro (Udine), poi all’Ospedale di tappa di Udine e dal primo gennaio 1917 all’11 novembre 1918 fu all’Ospedale di tappa di Mantova e in seguito in quelli di Villa Scarsellini a Mantova, di Verona e all’Ospedale di riserva di Mantova.
Orgoglio
Per il suo servizio prestato soprattutto agli alpini feriti ricevette da loro il cappello con la penna nera che indossò per tutta la vita nelle cerimonie ufficiali. Con l'orgoglio di aver reso il proprio lavoro a servizio della comunità, essendo riuscita a fare la differenza e ad affermarsi come professionista donna, in una società che guardava storto coloro che si ribellavano al focolare.
Grazie, mi era sfuggito questo articolo: veramente gentili!!