MANTOVA CULTURA

Le Collezioni di Palazzo Ducale si arricchiscono di un Arazzo Gonzaghesco del 1528

“Uno dei più antichi panni superstiti di disegno e di probabile manifattura italiana”, tessuto a Mantova

Le Collezioni di Palazzo Ducale si arricchiscono di un Arazzo Gonzaghesco del 1528
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Un Arazzo Gonzaghesco del 1528 arricchisce le collezioni del Palazzo Ducale: decorato con lo stemma e la dedica a un cardinale della famiglia Gonzaga, raffigura un vasto paesaggio collinare e lacustre, dominato dall'Allegoria della Giustizia.

Un Arazzo Gonzaghesco del 1528 a Palazzo Ducale

Un importante tassello della storia artistica di Mantova è tornato a casa. Martedì 4 giugno 2024, durante un'asta a Londra presso Rosebery’s, il Palazzo Ducale ha acquisito un pregiato arazzo gonzaghesco del 1528 per la cifra sorprendentemente contenuta di 12.000 sterline. Questo capolavoro, noto agli studiosi per le sue dimensioni monumentali di 175x587 cm, rappresenta un'aggiunta di grande valore alle collezioni del Palazzo.

L'arazzo, una “spalliera” di formato orizzontale, è decorato con lo stemma e la dedica a un cardinale della famiglia Gonzaga, nonché la data 1528. L'opera raffigura un vasto paesaggio collinare e lacustre, dominato dall'Allegoria della Giustizia. Ai lati della scena centrale, troviamo due gruppi di figure: a sinistra, San Pietro consegna le chiavi a un papa inginocchiato, con un cardinale anch'esso inginocchiato nelle vicinanze dello stemma gonzaghesco appeso a un alberello. A destra, Mosè consegna le tavole della legge a due figure inginocchiate, che potrebbero essere la Vergine e San Giuseppe.

L'arazzo gonzaghesco

Numerosi dettagli arricchiscono la scena, vivacizzata dalla presenza di animali e alberi. Al centro, in basso, una tabella reca la data 1528 in numeri romani. Sebbene in quell'anno Giulio Romano fosse già attivo a corte, lo stile dell'arazzo richiama le produzioni degli artisti che lavorarono a Mantova prima del suo arrivo nel 1524.

"Uno dei più antichi"

L'arazzo è stato oggetto di studi approfonditi, segnalato nel 1985 da Clifford Malcolm Brown e Guy Delmarcel e studiato nel 2010 da Nello Forti Grazzini. Forti Grazzini ha definito l'arazzo “uno dei più antichi panni superstiti di disegno e di probabile manifattura italiana”, suggerendo che possa essere stato tessuto a Mantova o in altre città come Ferrara, Modena o Milano, note per le loro manifatture di arazzi in quel periodo.

Stefano L’Occaso ha evidenziato l'importanza dell'opera: “L’arazzo mostra una composizione memore dei modi di Lorenzo Costa, l’artista ferrarese che subentrò nel 1506 ad Andrea Mantegna come pittore di corte; è un’opera da studiare per la sua monumentalità e la sua importanza, nonostante lo stato conservativo non ottimale.” L’Occaso ha anche ricordato che l'arazzo proveniva certamente da Mantova, come documentato da Willelmo Braghirolli nel 1879, prima di migrare all'estero e giungere sull'isola di Jersey, in Gran Bretagna, nel 1969.

L’acquisizione dell’arazzo è stata possibile grazie alla tempestiva segnalazione di Ezio Zani, che ha permesso al Palazzo Ducale di partecipare all’asta e aggiudicarsi il pezzo. Presto, l’arazzo sarà esposto nel Castello di San Giorgio, contribuendo al riallestimento delle collezioni rinascimentali del palazzo e restituendo alla città di Mantova un prezioso frammento della sua eredità culturale.

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