Vinitaly 2018 Coldiretti: boom per l'export di vino made in Mantova

Da 14,4 a 75,5 milioni di euro in nove anni: ottimismo finalmente fra gli operatori.

Vinitaly 2018 Coldiretti: boom per l'export di vino made in Mantova
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Vinitaly 2018: Mantova fa il botto.

Vinitaly 2018 Mantova grande performance

Da 14,4 milioni di euro del 2008 a 75,5 milioni del 2017. Il valore si è quintuplicato in nove anni. È questo il boom vissuto dall’export del vino in provincia di Mantova verso il mondo, evidenziata da Coldiretti Mantova sulla base dei dati forniti dalla Camera di Commercio virgiliana, nella giornata inaugurale della 52ª edizione di Vinitaly, in programma a Verona fino mercoledì 18 aprile. Il trend positivo è stato confermato anche nell’ultimo anno, con una crescita considerevole (+26,6%) dai 59,7 milioni di euro del 2016 ai 75,5 milioni del 2017.

I 3 Paesi cardine

Le prime tre destinazioni per quota sul totale dell’export vinicolo sono il Belgio (41,1%), il Regno Unito (29%) e la Germania (11,5 per cento). Il vino, complessivamente, rappresenta il 10,2% della quota del settore sul totale delle esportazioni agroalimentari, collocandosi alle spalle del comparto lattiero caseario (35,9%) e delle carni e derivati (23,2 per cento). La dinamica dell’export, nonostante una flessione nell’ultimo trimestre del 2017, è positiva e fra gli operatori mantovani presenti a Verona – rileva Coldiretti Mantova - si respira ottimismo. “Negli ultimi 3-4 anni l’export è cresciuto sensibilmente – afferma Gianfranco Bertagna, titolare dell’omonima cantina di Cavriana, che produce 200mila bottiglie all’anno -. Oggi la nostra quota internazionale è arrivata al 37-38% della produzione totale e vendiamo molto in Germania, ma anche in Cina, una delle nostre destinazioni individuate recentemente”.

Collaborazioni per guardare all'estero

Davide Lebotiz, delle Cantine Lebovitz di Governolo, conferma la crescita sul fronte internazionale. “Siamo partiti a vendere all’estero da cinque anni, prima non esportavamo – rivela – e oggi siamo presenti in Giappone, Corea del Sud, Usa, Canada, Europa Continentale. Viene dall’estero il 7-8% del nostro fatturato, che ha raggiunto complessivamente 1,5 milioni di euro. I clienti che abbiamo intercettato all’estero li abbiamo ottenuti grazie a Vinitaly”. Anche per le Cantine Virgili l’export sta aumentando “a un ritmo del 20-30% all’anno, principalmente verso Spagna, Germania, Giappone, Cina e Nord America”, spiega Andrea Virgili. Ha fatto leva sull’enoturismo, fenomeno in espansione, favorito anche dalla bellezza dell’area Morenica, l’azienda agricola Gozzi Cesare e Franco di Monzambano. “Oggi più del 10% della produzione in bottiglia va all’estero, trascinata anche dalla presenza sempre più frequente di clienti esteri in cantina, in particolare nella stagione primaverile ed estiva”. Tira anche il vino biologico, tanto che una parte dell’azienda è in conversione, per rispondere alle esigenze dei consumatori.

Food e wine

Freccia verso l’alto anche per l’export della Cantina di Quistello, guidata da Luciano Bulgarelli. “Abbiamo puntato su enoteche, negozi specializzati, segmento horeca e oggi l’export della Cantina di Quistello incide per circa 600mila euro su un fatturato totale di tre milioni – afferma Bulgarelli -. Siamo presenti in Spagna, Francia, Usa, Cina, Germania, Giappone. Solo 10 anni fa non esportavamo”. L’internazionalizzazione è imprescindibile per incrementare la redditività delle cantine. E i contatti passano da Vinitaly di Verona. Magari, come ha puntato proprio la Cantina di Quistello, coniugando wine&food. “Il cibo è uno strumento straordinario e il territorio mantovano ha prodotti di qualità, che accompagnano i nostri vini – prosegue Bulgarelli -. Per questo oggi proporremo una degustazione a base di riso Vialone Nano con l’agrichef Lisa Valli dell’agriturismo Tre Ponti di Villimpenta, mentre martedì abbineremo i vini della Cantina di Quistello con la tartare di carne dell’azienda agricola Le Gambine di Fausto Garrò di Bagnolo San Vito”.

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