Giornate Fai d’Autunno: ecco i gioielli mantovani da scoprire

Un weekend unico, irripetibile, in programma sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019.

Giornate Fai d’Autunno: ecco i gioielli mantovani da scoprire
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Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono più vitali che mai. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno individuato itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in tutto il Paese. Un weekend unico, irripetibile, che sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre.

Giornate Fai d’Autunno

Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda, invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi.

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Ecco i gioielli mantovani da scoprire

Due i Comuni  mantovani che apriranno al pubblico i propri incantevoli luoghi, tutti da scoprire e ammirare. Si tratta di Mantova, Casaloldo e Goito.

Mantova

Ecco cosa sarà possibile visitare a Mantova

Antica edicola dei giornali

Costruita a fine Ottocento per essere collocata in piazza Sant'Andrea, l'edicola per giornali è stata poi trasferita nel 1925 in piazza Canossa dove, dopo l'acquisto da parte del FAI (Delegazione di Mantova) e il relativo restauro, ha ripreso la sua funzione nell'ottobre del 1992, grazie anche alla generosità della Banca Agricola Mantovana. È una costruzione in ferro battuto, lamiera, legno e vetro che, nelle quattro finestrelle e nelle forme decorative, soprattutto della copertura, è orientata al gusto neogotico tardo ottocentesco.

Casaloldo

Ecco cosa sarà possibile visitare a Casaloldo

Corte Molinello

La Corte Molinello è una proprietà esistente sin dal 1400 costituita sin dall'origine da un palazzotto signorile con cappella gentilizia e da una congrua dotazione di terreno agricolo. Il fondo fu acquistato a metà del 1500 da Giovanni Antonio Aliprandi, zecchiere dei Gonzaga di Castiglione delle Stiviere e padre di Elena, la sfortunata moglie del marchese Rodolfo Gonzaga, fratello minore di Luigi. Il fondo entrò in possesso del Collegio delle Nobili Vergini di Gesù - istituto fondato da Cinzia, Olimpia e Gridonia, le tre figlie di Rodolfo e Elena - non appena Maria Luigia (figlia di Elena e del secondo marito) fu accolta nel Collegio portando in dotazione lo stesso fondo. Nel 1645 le fondatrici del Collegio fanno erigere una Chiesa intitolandola allo zio San Luigi Gonzaga. La Corte divenne così residenza estiva delle Signore del Collegio che lo frequentarono fino agli inizi del 1900. Venne poi successivamente adibita a corte agricola, come testimoniano le costruzioni aggiunte.

Mulino del Molinello

Sul torrente Tartaro è presente un mulino che alcuni documenti fanno risalire alla metà del '200 e che ancora oggi, con i dovuti aggiornamenti del tempo, è ancora attivo e funzionante. È il mulino che dà il nome alla borgata, Molinello, e comprende in un solo corpo la casa del mugnaio e la sala delle macine; in quest'ultima vi sono i due grandi macchinari costituiti da macine di pietra, impalcature in rovere, casseri e tramogge in ferro per la trasformazione del frumento e del grano in farina. Per far girare la ruota esterna di ferro del mulino, si sfrutta un piccolo salto d'acqua artificiale creato lungo il corso del torrente Tartaro. In occasione di Giornate FAI d'Autunno si presenta "Mulinér per un giorno2: un'esperienza unica in cui potremo scoprire come lavora un antico mulino, toccare il grano ed assistere alla trasformazione di questi piccoli chicchi in farina.

Goito

Ecco cosa sarà possibile visitare a Goito:

Villa Bardellona: una corte agricola del '700

Il nome di villa Badrellona deriverebbe dalla località in cui sorge, retaggio degli antichi proprietari, i signori Bardelloni. La villa è affiancata da un oratorio settecentesco intitolato a San Carlo Borromeo, e da alcuni edifici realizzati in forme neogotiche. La villa è caratterizzata da un prospetto della metà del XIX secolo. Completamente ristrutturata dagli attuali proprietari, si presenta come un perfetto esempio di corte agricola mantovana.

Mulino ad acqua e Oratorio di Massimbona

Il piccolo borgo di Massimbona ebbe nei secoli grande importanza grazie e due elementi legati al paesaggio: la strada Postumia e il fiume Mincio. La prima, lungo la quale è collocato l'oratorio, permise al borgo di diventare luogo d'attrazione per mercanti e pellegrini; il secondo, facilitò la costruzione di un mulino. L'oratorio, realizzato grazie alle donazioni di Matilde di Canossa, risale alla presenza dei monaci benedettini nel mantovano e conserva decorazioni risalenti al XIII secolo. Subì numerose modifiche e abbellimenti durante tutto il '700, sotto la proprietà della nobile famiglia Cavriani. Il mulino appartiene ai Gonzaga e rappresenta il centro dell'insediamento rurale. E' costruito sulla diga realizzata dai monaci benedettini per deviare il corso del Mincio, visibile tutt'ora. Risalente al 1231, la struttura è stata integrata e migliorata nei secoli successivi, mantenendo comunque l'impianto originale inalterato.

Villa Magnaguti

Il castello di Cerlongo, anche noto come villa Magnaguti, è un'antica roccaforte situata a Cerlongo, frazione del comune di Goito, in provincia di Mantova, che conserva inalterato l'originario impianto, oltre ad alcuni edifici medievali e le opere difensive, tra cui le tre torri e le mura perimetrali. Si ignota l'epoca di costruzione, ma sicuramente è già esistente ai tempi dei Gonzaga, che si recavano nella località di Cerlongo perché rigogliosa di alberi da frutta, soprattutto di ciliegi. In una sala dell'edificio una lapide ricorda che il 25 giugno 1866 vi soggiornò il re Vittorio Emanuele II.

Basilica di San Pietro

La chiesa è in stile barocco; la facciata si presenta di elegante fattura con colonne e lesene che formano otto riquadri. Nei due superiori si trovano due nicchie con le statue dei SS. Pietro e Paolo. In quelli inferiori alle estremità vi sono due nicchie vuote. Sopra il portale centrale di ingresso si ammira un mosaico riproducente l'immagine della Madonna della Salute. Il portale bronzeo centrale è affiancato da due porte lignee laterali. Sul lato sinistro, all'altezza del presbiterio spicca il campanile. La chiesa è ad un'unica navata con cappelle laterali e termina con un presbiterio e un'abside semicircolare.

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