Uccisa in vacanza in Croazia a mani nude dal compagno di Medole, Nina Gryshak aveva 40 anni
Nina è stata uccisa all'alba di giovedì 18 agosto dal compagno che ora è nel carcere di Pola.
Nina aveva due figlie ed era separata da due anni. La vacanza nel solito posto in Croazia era per festeggiare l'anniversario con Marcello, il nuovo compagno, ma si è trasformata in una tragedia. Non sono state trovate armi, i lividi sono stati provocati dai pugni. Prima dell'omicidio i due avevano bevuto molto.
Liti violente nei giorni precedenti
Nina era solita trascorrere le vacanze a pochi chilometri da Umago nella piccola località di Zacchigni in una villa bifamiliare. Quando la proprietaria l'ha vista arrivare con un altro uomo si è stranita, non sapeva della separazione dal marito.
La vacanza inizia tranquillamente senza intoppi ma a distanza di qualche giorno i testimoni riportano urla e schiamazzi provenire dalla stanza situata al primo piano. Le liti tra i due erano violente ma per privacy la padrona di casa non si è mai intromessa.
La notte dell'omicidio
La sera di mercoledì 17 agosto 2022, Nina e Marcello escono per festeggiare l'anniversario della loro relazione. Raggiungono un ristorante istriano dove festeggiano esagerando parecchio con la consumazione di alcol. Durante la serata avevano infatti ordinato un litro di vodka e sette birre.
In chiaro stato di ebbrezza sono tornati a casa dove nella notte è andata in scena la più violenta delle litigate. La donna che aveva affittato a loro l'abitazione era spaventata dai rumori. Pare che dopo essere stata picchiata Nina fosse riuscita a scappare dall'aggressore scendendo fino in strada.
Lì avrebbe cercato aiuto ma non essendo una via particolarmente trafficata non è passato nessuno ed è tornata in stanza terrorizzata senza sapere che sarebbe stata brutalmente uccisa. All'alba del 18 agosto, infatti, il culmine dello scontro: si sentono delle botte e il frastuono di una bottiglia di vetro che si rompe. Poi il silenzio.
L'arrivo dei soccorsi e la morte di Nina
Verso le 5 è stato il compagno stesso ad avvisare l'affittuaria di chiamare l'ambulanza che è prontamente intervenuta nella località marittima istriana. Quando gli operatori sanitari sono arrivati Nina era ancora viva ma in gravissime condizioni.
Le lesioni e le contusioni provocati dalle botte di Marcello erano profonde così come le ferite. A nulla sono serviti gli interventi perché la donna è morta poco dopo. Nella stanza non è stata trovata nessuna arma da delitto, non sono ancora stati resi noti i dettagli dell'autopsia ma con molta probabilità ad uccidere Nina sono state le botte di Marcello.
Il compagno è stato fermato e arrestato dalle autorità locali. Per lui è stato disposto un arresto preventivo di 30 giorni al fine di non inquinare le prove. Ora si trova nel carcere di Pola con l'accusa di omicidio volontario.
Chi è Nina Gryshak
Nina aveva gli occhi azzurri e i capelli corti. Aveva quarant'anni ed era di origini ucraine. Da anni viveva a Medole con la sua famiglia ed era sposata con un suo connazionale che lavora a Padenghe.
La coppia era andata via via sgretolandosi fino ad arrivare alla separazione nel 2020, il divorzio sarebbe arrivato a momenti nei prossimi mesi. Insieme due figlie: una poco più che ventenne e l'altra che frequenta le scuole medie. Le ragazze erano a casa a Medole quando è avvenuto il femminicidio.
Dopo l'addio al marito Nina, che tra le altre cose aveva lavorato a lungo come impiegata a Castel Goffredo, si è innamorata di un ragazzo di Medole. Con lui le cose andavano bene, la serenità nella vita della donna sembrava ritrovata.
Nina era un volto conosciuto e amato a Medole. La apprezzavano per quello che faceva per il suo paese. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina era sconvolta e afflitta. Da subito si era impegnata per aiutare chi era in difficoltà compresi i suoi genitori rifugiati in Polonia.
Nel suo paese di residenza e a Castel Goffredo aveva raccolto generi di prima necessità e aiuti per i profughi e da inviare nella sua nazione di origine. Inoltre da sempre faceva la traduttrice per i suoi connazionali, insomma era sempre vicina a chi aveva bisogno di aiuto.
Chi è Marcello Passera
Il compagno e omicida di Nina si chiama Marcello Passera, ha trent'anni e fa l'operaio metalmeccanico. I due si sono conosciuti proprio a Medole. Mentre il corpo di Nina è a disposizione delle autorità croate per l'autopsia, Marcello è incriminato dell'omicidio colposo ai suoi danni.
La sua famiglia è sconvolta. Sono persone umili, la mamma fa l'operatrice scolastica in una scuola mentre il papà è in pensione. Passera ha anche una sorella. A tutti loro è stato chiesto di parlare della vicenda e non hanno alcun dubbio, Marcello è colpevole e deve pagare.
Il sostegno alla famiglia di Nina
Il sindaco di Medole Mauro Morandi è andato ieri con le due figlie e l'ex marito a prendere le cose di Nina nella casa del Comune dove viveva da dopo la separazione.
Tutto il comune di Medole, e non solo, si stringe attorno alla famiglia, alle povere figlie e ai genitori arrivati dalla Polonia. Nina è soltanto una delle tante donne uccise in Italia da uomini che non meritano nemmeno di essere definiti tali. Tutte le donne potrebbero essere Nina, per questo la sensibilizzazione è fondamentale.