Stranieri sfruttati a Goito, li costringevano a raccogliere ortaggi nelle ore più calde per 4 euro all'ora
I braccianti venivano pagati in nero e in base al peso delle loro fatiche, ricevano 80 centesimi al chilo di verdure raccolte

La titolare dell’azienda, una 31enne della provincia di Brescia, è stata denunciata per gravi violazioni delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Goito, stranieri sfruttati nei campi
Un nuovo caso di sfruttamento dei lavoratori è stato riscontrato a Goito. Nei giorni scorsi, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Mantova, insieme ai militari locali, ha effettuato un sopralluogo in un’azienda agricola specializzata nella coltivazione di ortaggi, scoprendo una situazione terribile che coinvolgeva sette dipendenti stranieri.
Si tratta di quattro uomini e tre donne impiegati senza alcun contratto regolare. I braccianti erano obbligati a lavorare otto ore al giorno con una sola ora di pausa senza rispettare la direttiva della Regione Lombardia che impone l’interruzione delle attività all’aperto durante le ore più calde.
Ancora più allarmante è il fatto che non esisteva alcuna documentazione sulla sicurezza né misure protettive per tutelare la salute dei lavoratori.
Ricevevano 4 euro all'ora
Inoltre, non erano presenti spazi adeguati dove i lavoratori potessero ristorarsi o mangiare. L’unico riparo era una serra, utilizzata anche come spogliatoio improvvisato. Una situazione che, alla luce delle temperature estive, mette a serio rischio l’incolumità fisica di chi lavora nei campi.

Ma l'aspetto più grave è quello che concerne lo stipendio. Anziché ricevere un compenso regolare, i lavoratori erano costretti a fotografare il raccolto giornaliero dopo averlo pesato. In base a quanto diceva la bilancia, venivano pagati e intascavano 80 centesimi a chilo di raccolto.
Questo sistema, a conti fatti, garantiva loro circa 4 euro all’ora, meno della metà del minimo previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.
Titolare 31enne denunciata
La titolare dell’azienda, una 31enne della provincia di Brescia, è stata denunciata per gravi violazioni delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il caso ha acceso i riflettori su una realtà che continua a colpire duramente il comparto agricolo, spesso teatro di ingiustizie e abusi sistemici.