Mantova

Sisma e ndrangheta: ecco tutti i nomi degli arrestati

Pressioni e ricatti: "Mio nonno era mafioso. Ho messo da parte belle cose"

Sisma e ndrangheta: ecco tutti i nomi degli arrestati
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Soldi e corsie preferenziali se i lavori venivano affidati alla ditta dei Garofalo: lo schema messo in piedi dalla Ndrangheta. Ecco tutti i coinvolti.

Lo schema messo in piedi dagli indagati

Uno schema con ricatti, minacce velate, tentativi di corruzione agli impiegati e dirigenti dei Comuni nei quali operava, accordi con architetti e professionisti per intascare denaro.

Quello che viene delineato nelle carte dell'ordinanza di custodia cautelare e dei sequestri messi in atto dai carabinieri la notte tra lunedì 9 e martedì 10 gennaio 2023, è un quadro dalle tinte fosche nel quale alcuni soggetti, almeno stando alle intercettazioni e alle indagini, avevano creato una rete di favoritismi e denaro intascato illecitamente.

Un'immagine dalle perlustrazioni e dalle indagini dei carabinieri
Un'immagine dalle perlustrazioni e dalle indagini dei carabinieri

Chi sono gli arrestati

Nella notte tra lunedì 9 e martedì 10 gennaio 2023 sono scattati gli arresti da parte dei carabinieri, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia.

Questi i soggetti finiti in carcere:

Giuseppe Todaro, nato a Crotone il 2 settembre 1986 e residente a Reggiolo;

Raffaele Todaro, nato a Cutro (Crotone) il 13 maggio 1962 e residente a Peschiera del Garda;

Rossano Genta, nato a Ostiglia il 7 dicembre 1956 e residente a Ostiglia (attualmente si troverebbe in Spagna);

Felice D'Errico, nato a Villa di Briano (Caserta) il 6 settembre 1965 e residente a Mirandola;

Giuseppe Di Fraia, nato a Casaluce (Caserta) il 7 aprile 1967 e residente a Poggio Rusco;

Questi i soggetti ai domiciliari:

Pierangelo Zermani, nato a Medesano (Parma) il 18 giugno 1967 e residente a Medesano;

Monica Bianchini, nata a Ostiglia il 5 gennaio 1965 e residente a Ostiglia;

Antonio Guerriero, nato a Napoli il 25 ottobre 1974 e residente a Mantova;

Enrico Ferretti, nato a Reggio Emilia il 10 febbraio 1975 e residente a Guastalla;

Carlo Formigoni, nato a Revere di Borgo Mantovano il 2 ottobre 1950 e residente a Borgo Mantovano.

Tra gli indagati, ma non arrestato, risulta anche Francesco Garofalo, nato a Boscotrecase (Napoli) il 6 agosto 1968 e residente a Gonzaga.

L'architetto Todaro al centro dell'indagine

Al centro dell'indagine c'è il 36enne architetto crotonese Giuseppe Todaro che, come lui stesso spiega in alcune conversazioni intercettate dai carabinieri, nell'ambito della ricostruzione post sisma nel Mantovano, è responsabile unico del procedimento a Borgo Mantovano, Magnacavallo, Poggio Rusco e Sermide e Felonica.

In sostanza, stando alle indagini, diversi professionisti sarebbero stati convinti da Giuseppe Todaro ad affidare i lavori di ricostruzione post terremoto alla società Bondeno Srl, gestita da suo padre Raffaele Todaro, dietro la corresponsione di denaro e a volte sotto la minaccia di perdere i contributi pubblici per la ricostruzione.

La ditta, inoltre, era stata intestata a Francesco Garofalo in modo che non venisse esclusa dalla white list della Prefettura, considerati i legami di parentela tra i Garofalo (padre e figlio) con la ndrina dei Dragone di Cutro.

Sempre secondo le indagini, per fare in modo di vedere i lavori affidati alla propria ditta, sarebbero stati messi in atto anche stratagemmi per far sì che le pratiche avessero una sorta di corsia preferenziale.

L'architetto che si è opposto

In tale quadro, nel quale diversi professionisti avrebbero accettato di stare al gioco, c'è però una figura che si è opposta e che in pratica ha fatto partire le indagini. Si tratta di un geometra di San Giacomo delle Segnate.

Il professionista infatti a suo tempo ha inviato una sorta di esposto alla Regione Lombardia lamentando il fatto che proprio Todaro gli avesse spiegato che avrebbe potuto ottenere un contributo di 156mila euro (invece che i 220mila che erano già stati stabiliti nel corso dell'iter), a meno che non avesse affidato i lavori proprio alla Bondeno Srl.

Dopo tale episodio il geometra di San Giacomo scrisse alla Regione e da lì prese le mosse l'indagine che ha visto  ora arresti e sequestri.

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