San Giorgio Bigarello

Si rifiuta di indossare la mascherina poi rinnega l'autorità della Polizia: "Sono soggetto di diritto internazionale"

Gli agenti a fatica sono riusciti ad allontanarlo dall'ufficio pubblico.

Si rifiuta di indossare la mascherina poi rinnega l'autorità della Polizia: "Sono soggetto di diritto internazionale"
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Una storia bizzarra quella avvenuta nella giornata di ieri a San Giorgio Bigarello, dove gli agenti della polizia sono dovuti intervenire per allontanare un sedicente finto diplomatico che si rifiutava di indossare la mascherina in un ufficio pubblico: la Polizia è stata costretta a denunciarlo e a sanzionarlo, ma lui non ha riconosciuto alcuna autorità agli Agenti.

Si rifiuta di mettere la mascherina in un ufficio pubblico

Nella tarda mattinata di ieri, 26 ottobre 2020, gli Agenti della Squadra Volante sono intervenuti a San Giorgio Bigarello all’interno degli Uffici della sede ACI di Piazza Silone per la segnalazione di una persona molesta che si rifiutava di indossare la mascherina di protezione.
Agli Agenti di Polizia giunti immediatamente sul posto la responsabile dell’Ufficio indicava un uomo presente nei locali senza indossare la mascherina – prescritta obbligatoriamente nelle norme governative varate per il contrasto alla pandemia da virus COVID-19 – il quale, nonostante la presenza e l’invito formulatogli dagli Agenti, continuava a rifiutarsi di indossarla.

Dichiara di essere un "soggetto di diritto internazionale"

L’individuo – un mantovano di 36 anni – interpellato dai poliziotti sui motivi del proprio comportamento asseriva con arroganza di conoscere la normativa ma rifiutava volontariamente di indossare la mascherina in quanto non riconosceva le leggi dello Stato Italiano, dichiarandosi “Essere umano e Soggetto di Diritto Internazionale”.
Dovendo gli Agenti di Polizia procedere alla sua identificazione, il 36enne ha inizialmente estratto una “tessera di riconoscimento” di non ben precisata natura, rifiutandosi però di consegnarla nelle mani dei poliziotti.

L’uomo è stato inizialmente ammonito circa le conseguenze della propria condotta ma per tutta risposta ha iniziato a filmare, con il proprio cellulare, l’intervento dei poliziotti, dichiarando di essere in diretta sui social network e ripetendo più volte: "Sono un essere umano rappresentante dei diritti umani, non so chi siete e non vi riconosco come forza di Polizia, potreste ingannarmi, voglio il vostro numero identificativo."

Gli Agenti mantengono la calma ma lui non molla

Nonostante la cortesia usata dagli Agenti della Volante, D.B. (risultato essere un 36enne mantovano con a carico alcune denunce per guida in stato di ebrezza alcolica) persisteva con il proprio comportamento non collaborativo, con il rifiuto di indossare la mascherina e quello di fornire i documenti, arrivando, nel momento in cui è stato invitato a salire sulla Volante per essere condotto in Questura, a farneticare frasi del tipo: "Non vi riconosco - sono un soggetto di diritto internazionale - vi seguo con la macchina perchè ho paura per la mia incolumità - voglio i vostri documenti - chi mi dice se non avete bevuto o se avete o no la patente?"

Dovendo assolutamente procedere nei suoi confronti secondo le norme di legge, gli Agenti si vedevano costretti a condurre il soggetto – che opponeva resistenza passiva – presso gli Uffici di Piazza Sordello.
Anche negli della Questura D.B. ribadiva di essere un soggetto di diritto internazionale, arrivando a minacciare gli Agenti di Polizia di far perdere loro il posto lavoro.

Sanzionato e denunciato

Il suo comportamento gli è costato una sanzione da 400 euro per il mancato uso della mascherina ed è stato, inoltre, denunciato all’Autorità Giudiziaria per i reati di resistenza, minacce aggravate, rifiuto di fornire le generalità a Pubblico Ufficiale nonché per la violazione dell’art. 167 D.LGS 196 del 2003, meglio conosciuto come Decreto sulla privacy – che vieta in modo assoluto la divulgazione di filmati senza il consenso della persona ripresa; infine, gli Agenti hanno altresì provveduto sequestro del suo telefono cellulare quale fonte di prova.
Le ultime parole dell’uomo prima di essere rilasciato sono state: "Non finisce qui, mi rivolgerò ai miei referenti nazionali dei diritti umani".
Il Questore della Provincia di Mantova Paolo Sartori, quindi, ha dato disposizioni alla Divisione Anticrimine della Questura di avviare in via d’urgenza il procedimento per l’applicazione a carico di D.B. di Misure di Prevenzione Personali, che verranno disposte parallelamente al Procedimento Penale al quale costui verrà sottoposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

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