Ristorazione e turismo, scoperti dalla finanza dieci lavoratori in nero
I controlli eseguiti nel corso del weekend appena passato. Due lavoratrici erano anche senza il permesso di soggiorno
Scoperti dalla guardia di finanza nel corso del weekend dieci lavoratori in nero nei settori ristorazione e turismo: scattano le sanzioni.
Dieci lavoratori in nero tra ristoranti e settore turismo
Dieci lavoratori completamente in nero scoperti nei settori ristorazione, intrattenimento e servizi turistici durante alcuni controlli della guardia di finanza di Mantova nel fine settimana appena trascorso.
L’operazione è stata eseguita nell’ambito del rafforzamento degli interventi volti al contrasto del sommerso da lavoro e relative manifestazioni di illegalità economico-finanziarie.
Scattano le sanzioni: due lavoratrici senza permesso di soggiorno
Conseguentemente i finanzieri hanno comminato le relative sanzioni e segnalazioni agli uffici territoriali del lavoro. Situazione un po’ più complessa per due lavoratrici in nero, entrambe straniere, risultate prive del permesso di soggiorno sebbene regolarmente presenti sul territorio nazionale in forza di un visto turistico.
Da inizio anno scoperti 130 lavoratori senza contratto
Dall’inizio dell’anno, sono 130 i lavoratori in nero scoperti dalla guardia di finanza di Mantova.
Il lavoro nero è piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati e consente una competizione sleale con le imprese oneste.
Non solo. Il sommerso pregiudica gli equilibri economici e finanziari del Paese, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di struttura, sia fiscali, sia organizzativi e, nondimeno, del lavoro, per massimizzare i profitti ed ottenere vantaggi competitivi impropri.
Contrastare simili forme di evasione, fiscali e contributive, vuol dire orientare le prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese, non ultimo favorendo una più equa ripartizione del prelievo impositivo tra i cittadini, della serie “pagare tutti per pagare di meno”.