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Nuovo Dpcm, appello a Fontana per un lockdown “a macchia” in Lombardia

"Serve una presa di posizione e responsabilità per allentare le misure dove il contagio è sotto controllo".

Nuovo Dpcm, appello a Fontana per un lockdown “a macchia” in Lombardia
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Secondo il nuovo Dpcm firmato ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Lombardia da domani, 5 novembre, entrerà in vigore un nuovo lockdown. Oltre al coprifuoco alle 22 e i posti dimezzati sui mezzi pubblici nelle regioni definite “zone rosse” non si potrà lasciare il proprio Comune se non per “comprovati motivi” da giustificare con l’autocertificazione e chiuderanno anche bar, ristoranti e negozi. Aperte le attività essenziali (salvi anche parrucchieri ed estetisti), studi professionali, alimentari e scuole in presenza ma solo fino alla prima media.

Lombardia in lockdown

Ma in queste ore concitate sono molti gli esponenti del mondo politico lombardo a chiedere al governatore Attilio Fontana uno “spezzettamento” della Lombardia con misure meno stringenti nelle province e nei territori meno colpiti. E’ ormai comprovato come il contagio nelle ultime settimane corra in particolar mondo nelle province di Milano, Monza Brianza e Varese risparmiando altre aree dove il contagio risulta ancora sotto controllo. Tra queste anche la provincia di Bergamo che tra febbraio e maggio ha pagato un carissimo prezzo.

A chiedere una presa di posizione (e di responsabilità) al governatore Fontana anch Dario Violi e Marco Degli Angeli del M5S e Paolo Franco per “Cambiamo!”.

M5S: “E’ il giorno delle responsabilità in Lombardia”

“Il nuovo dpcm permette a Fontana, e a tutti i governatori regionali, in accordo con il Ministro Speranza, di allentare le misure restrittive in alcune zone della regione, comprese le limitazioni agli spostamenti tra comune e orari aperture di esercizi commerciali – commentano Dario Violi e Marco Degli Angeli (M5S Lombardia) – Anche con la Lombardia in zona rossa Fontana oggi può decidere e chiedere al Ministro della Salute di emanare un’ordinanza sulle zone della regione, a basso contagio, dopo un confronto con i sindaci dei territori. Il governatore lombardo potrà dunque prendere misure differenziate a seconda della gravità della situazione in relazione a numero di contagi, Rt e pressione sugli ospedali. Con questo Dpcm viene messa al centro l’autonomia locale e non sarà più possibile giocare allo scaricabarile con il Governo. È il giorno delle responsabilità in Lombardia”.

“Il nuovo Dpcm consente ai governatori di agire in modo puntuale e con l’ascolto dei sindaci dei territori, decretare, dove possibile, il diverso livello di attenzione emergenziale – conclude Violi e Degli Angeli – Fontana pretendeva misure uniformi su tutto il territorio nazionale con chiusure che valessero per tutti, il governo, invece, ha agito con razionalità per preservare la salute ed il tessuto economico. A fronte di tutto questo il Governo ha già previsto oltre 5 miliardi di ristori per le categorie produttive più colpite e si lavora già a nuovi sostegni. Ora Fontana non ha più alibi, ha tutti gli strumenti per agire”.

Franco: “Chiudere l’intera Lombardia non può essere soluzione”

“Sono ore concitate – scrive invece il consigliere regionale di Cambiamo Paolo Franco – A seguito del DPCM, ci sono da definire misure per le singole zone del paese. Chiudere l’intera Lombardia, non può più essere la soluzione. Presidente Fontana, non bisogna mollare un millimetro nel dialogo col Governo. Avanti tutta”.

“Mi aspetto da Regione un’azione più mirata, zona per zona – commenta Piergiacomo Bonaventi sindaco di Pandino – in quanto ritengo che in questo momento oltre a garantire la giusta tutela della salute ci debba essere anche il dovere di tutelare il lavoro, in un momento dove stava ripartendo l’economia in generale”.

“Un lockdown mirato per le zone dove il contagio è più forte sarebbe logico dal punto di vista dell’impatto economico – commenta il sindaco di Rivolta Fabio Calvi, in prima linea anche come medico – ma la chiusura generale sarebbe certamente più sicura nel tentare di arginare la diffusione del contagio”.

“L’esenzione di alcune zone della Regione dalle misure più restrittive viene decretata con ordinanza del Ministro della Salute, d’intesa con le Regioni, non viceversa. Quindi la decisione finale è del Ministro Speranza, non di Fontana – commenta invece il sindaco di Agnadello Stefano Samarati – Quindi penso che non si debba creare confusione e aspettare le eventuali decisioni definitive prima di trarre conclusioni”.

In attesa di capire quale sarà l’indicazione del presidente Fontana per la Lombardia anche i sindaci di Spirano Yuri Grasselli, di Brignano Beatrice Bolandrini e di Caravaggio Claudio Bolandrini.

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