Monitorare gli argini del Po: ci pensa la centralina "intelligente"

Il politecnico di Milano, l'Università di Parma e l'Università di Modena e Reggio Emilia al lavoro su un progetto contro il rischio idrogeologico.

Monitorare gli argini del Po: ci pensa la centralina "intelligente"
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Monitorare gli argini del Po, ma non solo: ecco il progetto finanziato da Fondazione Cariplo.

Monitorare gli argini del Po

La ricerca del Politecnico di Milano, dell’Università di Parma e dell’Università di Modena e Reggio Emilia a servizio delle autorità che gestiscono fiumi e canali. Un progetto finanziato da Fondazione Cariplo per diminuire il rischio idrogeologico connesso all’instabilità degli argini. L’innovazione per i cittadini: una centralina installata sugli argini per analizzare in tempo reale le condizioni interne della struttura utilizzando la geofisica.

Altissima presenza di animali

Dal 2014 sono in atto nella Provincia di Mantova, in particolar modo nel territorio di San Giacomo delle Segnate, attività di monitoraggio delle arginature dei canali, che vedono un’altissima presenza di animali, quali nutrie, tassi e volpi, che scavano le loro tane all’interno degli argini in terra. La presenza di filtrazioni concentrate, spesso causate o incrementate dalla presenza di tane di animali e non sempre facilmente individuabili, è un grave fattore di rischio per la stabilità degli argini. Da qui la necessità di dotarsi di un sistema automatizzato di valutazione della stabilità dei rilevati, che si basa sulle misure di caratteristiche del terreno che possono cambiare nel tempo quando si instaura un processo dannoso per l’argine.

Controllo costante

La centralina di monitoraggio permanente, ideata dalle Università e realizzata da LSI-Lastem nel progetto Tech-Levee-Watch, permette di tenere sotto controllo la situazione durante il passare delle stagioni, indicando l’evoluzione dei fenomeni nel corpo dell’argine.

G.RE.T.A.

Il suo nome è G.RE.T.A. (Geo-Resistivity meter for Environmental Time lapse Analysis) e il suo obiettivo è quello di combattere il rischio idrogeologico eseguendo misure autonome e giornaliere delle proprietà del suolo. La misura registrata dalla centralina è quella di resistività, che indica quanto un terreno si opponga al passaggio della corrente elettrica, questo valore è misurato lungo la sezione longitudinale dell’argine in modo da generare una mappa colorata che indica le varie parti della struttura, e che viene confrontata con le misure precedenti. Il passaggio della corrente dipende dal contenuto d’acqua del suolo, dalla presenza di vuoti e dalla tipologia di terreno, in questo modo è possibile valutare se una di queste proprietà stia evolvendo nel tempo.

Previsione e prevenzione

A supportare il progetto nella zona vi è il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, che ha affiancato gli esperti nell’identificazione delle zone critiche e nell’installazione della centralina, nonché nella sua manutenzione. È importante sottolineare come il progetto abbia come obiettivo la previsione e prevenzione del rischio idrogeologico e come i suoi risultati vadano a vantaggio della popolazione, che vede dalla sua uno strumento in più per evitare alluvioni e dissesti.

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