"Mia figlia, uccisa proprio mentre stava progettando il futuro e l'acquisto di una casa"
Al via il processo a Dumitru Stratan, suo ex fidanzato: primi testimoni il padre della giovane e il carabiniere cui la sorella del 34enne diede l'allarme
Partito il processo al 34enne Dumitru Stratan, accusato del femminicidio di Yana: "Mi figlia stava progettando il suo futuro, poi è stata uccisa".
Al via il processo a Dumitru Stratan
Ha preso il via nella mattinata di oggi, giovedì 11 aprile 2024, il processo in Corte d'Assise al 34enne di origine moldava Dumitru Stratan, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla relazione affettiva e di occultamento di cadavere.
Vittima del femminicidio, secondo l'accusa, la sua ex fidanzata, la 23enne di origine ucraina Yana Malaiko, che venne trovata ormai senza vita in uno sterrato sul confine tra Castiglione delle Stiviere e Lonato del Garda nel pomeriggio di mercoledì 1 febbraio 2023.
Alla prima udienza Stratan non si è presentato (era attesa anche sua sorella Cristina, che però non si è presentata per motivi di salute). A rappresentarlo i suoi avvocati: Domenico Grande Aracri, Gregorio Viscomi e Andrea Pongiluppi.
"Se vuoi sposarmi chiedimelo in ginocchio"
Il primo a testimoniare di fronte al giudice Gilberto Casari e alla giuria popolare è stato Oleksandr Malaiko, padre di Yana e parte civile al processo. Il quale, incalzato dalle domande dell'avvocato di parte civile Angelo Lino Murtas ha ripercorso gli ultimi momenti della vita di Yana, le sue impressioni su quello che era il fidanzato della figlia e ciò che a più riprese sarebbe accaduto tra i due.
"Io all'epoca abitavo in Toscana e Yana a Castiglione - sono state le parole del padre della 23enne -. Ci sentivamo spesso al telefono e in videochiamata: non ero però molto contento che mia figlia avesse avviato una relazione sentimentale con Dumitru. Lui e Yana avevano un modo diverso di concepire la vita e quella che avrebbe potuto essere la loro relazione come coppia futura".
Nel corso della deposizione è emerso anche come Stratan fosse andato diverse volte a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, dove Yana abitava prima di trasferirsi a Castiglione, a trovarla. Lì il giovane, durante una discussione, le avrebbe detto "Se mi vuoi sposare, me lo devi chiedere un ginocchio".
In più occasioni, inoltre, Stratan avrebbe colpito Yana con degli schiaffi al volto.
L'acquisto dell'appartamento
Nel corso della testimonianza è emerso anche come Yana, nel periodo in cui aveva deciso di lasciare Stratan, stesse progettando seriamente il proprio futuro: "Voleva diventare estetista - è stato il ricordo del padre - e stavamo programmando di acquistare un appartamento per lei nel grattacielo di piazzale Resistenza. Proprio dell'appartamento abbiamo parlato l'ultima volta che ci siamo sentiti, il 19 gennaio 2020".
Solo il giorno dopo, come noto, Yana era sparita con il relativo avvio delle ricerche, conclusesi dieci giorni con il ritrovamento del cadavere della giovane.
"Ho ammazzato Boni"
Tra i vari testi che hanno testimoniato alla prima udienza, anche il carabiniere Domenico Miccolis, comandante del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Castiglione. Il militare infatti ha avuto modo, quel 20 gennaio 2023, di vivere in prima persona tutte le primissime e concitate fasi della drammatica vicenda.
Il militare infatti conosce di persona Dumitru Stratan, sua sorella Cristina e Yana Malaiko. Nella tarda mattinata di quel 20 gennaio fu proprio Cristina Stratan, sorella di Dumitru, a telefonare a Miccolis, che giusto in quegli istanti stava arrivando in caserma: "E' successo qualcosa di grave, Boni è sparita" ("Boni" è il soprannome con cui moltissimi chiamavano la giovane Yana).
Lo sterrato sul confine tra Castiglione e Lonato dove è stata trovata Yana:
Solo qualche minuto dopo, una volta faccia a faccia, Cristina avrebbe catapultato il carabiniere al centro della vicenda: "Ho visto mio fratello poco fa e mi ha detto 'Ho ammazzato Yana'".
Da quel momento, poi, al via le ricerche, le indagini, i primi accertamenti nel corso dei quali Stratan è stato ripreso più volte dalle telecamere castiglionesi mentre in auto andava e veniva dalla zona di Valle, dove dieci giorni dopo è stato ritrovato il corpo della giovane. Infine, dopo l'analisi delle telecamere interne al grattacielo, la sera di quel 20 gennaio l'arresto di Stratan - il quale, dopo oltre un anno, è ora detenuto nel carcere di Pavia.