Mantova crisi: chiudono altri due negozi. "Modello di centro sbagliato"

Tante le saracinesche abbassate. Un commerciante: "Qui zero servizi, la gente non si vede".

Mantova crisi: chiudono altri due negozi. "Modello di centro sbagliato"
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Mantova crisi: altri due negozi chiusi nel giro di poche settimane. Un commerciante: "Qui in centro zero servizi, la gente non ha motivo di venire".

Altre due saracinesche abbassate

Serranda a metà e, dentro, alcune pile di scatoloni. Tutt'intorno non c'è più nulla: non un vestito, non un manichino. E' il segno di un altro negozio del centro di Mantova giunto a fine corsa. Si tratta del negozio di abbigliamento Jennyfer, che aveva aperto solo tre o quattro anni fa all'inizio dei portici di via Verdi, e chiuso definitivamente tra martedì 26 e mercoledì 27 febbraio 2019. Poco distante, dall'altro lato della strada, un altro negozio andato chiuso con il 31 dicembre 2018: si tratta in questo caso di un punto vendita della catena di negozi di abbigliamento vicentina Dani. Uno dei tanti punti vendita che nel corso degli anni, in centro a Mantova, non hanno avuto molta fortuna.

Le strade del centro costellate di "buchi"

Via Verdi, via Roma, corso Umberto I, i portici Broletto. Il cuore, il centro di Mantova sta racchiuso in poche vie che si incrociano e corrono parallele l'una all'altra. Ma le strade più ampie e più frequentate, nell'antico centro di Mantova, sono proprio via Verdi, via Roma e corso Umberto I. Ma lungo tutte e tre tali vie del centro, qui e là spuntano negozi chiusi, saracinesche abbassate, vetrine oscurate con teli o cartoni. Alcuni esercizi commerciali sono chiusi ormai da anni, e tutto lascia pensare che difficilmente troveranno nuova vita. Altre, invece, hanno chiuso più di recente. Una delle vetrine chiuse da più tempo, alla fine di corso Umberto I, è quella della libreria Di Pellegrini, tra l'altro dichiarata fallita circa un anno e mezzo fa. Quella di corso Umberto è stata la prima sede della storica libreria di Mantova e ormai è chiusa da parecchio tempo: lo spazio tra la saracinesca e la porta d'ingresso, tra l'altro, è stato usato da qualche incivile come cestino per i rifiuti. Ma ci sono anche altri negozi - in tutto una decina - che hanno abbassato la serranda nel corso degli ultimi mesi e chissà se mai verranno rimpiazzati.

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Il "caso" Simon Sport

Era una istituzione a Mantova e provincia per l'abbigliamento sportivo in genere. Si tratta di Simon Sport, grande e rinomato negozio che ha svolto la propria attività nell'ampia sede nell'ultimo tratto di corso Umberto I, a poca distanza dal Teatro Sociale. Dopo ben 41 anni di attività, Simon Sport a inizio 2019 ha chiuso i battenti. Il titolare ha deciso di cambiare completamente lavoro, aprendo il terzo ristorante di proprietà della famiglia. Ristorante che, a quanto pare, però non avrà sede nel Mantovano ma fuori provincia. Le ampie vetrate di Simon Sport, ora, fanno compagnia ad altre vetrine del centro: vuote e spente.

Il commerciante: "Sbagliato il modello del centro città"

Nel frattempo un commerciante del centro città va all'attacco definendo "sbagliato" il modello del centro di Mantova. "Purtroppo tutti i servizi, ormai da anni, sono stati trasferiti al Boma, fuori dal centro storico. Così facendo però si rischia di ammazzare il centro, perché le persone comuni, che vivono in città, non hanno più motivo per passare dal cuore della città: trovano già tutto poco fuori. Non si può pensare che una città viva solo di turisti: questi ultimi arrivano a Mantova sopratutto d'estate, e anche durante la bella stagione la maggior parte delle presenze si registra nel fine settimana. Durante i giorni feriali, già in estate e quindi figuriamoci in inverno, il centro di Mantova è vuoto. Ma - prosegue il commerciante - c'è un'altra questione da non sottovalutare: quello dei parcheggi e delle vie di comunicazione. Passino pure i parcheggi a pagamento, ma il problema è che i posti auto sono pochi e difficilmente raggiungibili. Per venire in centro, in una cittadina come Mantova che tutto è fuorché grande e caotica, spesso durante il giorno si devono affrontare file e code interminabili. Bisogna cambiare modello e mentalità di gestione del centro città - conclude l'esercente - o qui rischiamo tutti di dover chiudere bottega".

 

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