Mamma di 36 anni morì sulla Cisa travolta da un Suv, l’investitrice patteggia un anno
Il consulente tecnico: “La Porsche ha invaso la sua corsia 3-4 decimi di secondo prima dell’impatto, impossibile qualsiasi manovra evasiva”.
Ha patteggiato un anno di reclusione, con pena sospesa, O.O., la 53enne di origine Ucraina residente a Roverbella che l’11 ottobre del 2019 travolse e uccise Alessia Mento, 36enne di Porto Mantovano.
Mamma di 36 anni morì sulla Cisa travolta da un Suv, l’investitrice patteggia un anno
L’udienza si è tenuta nella mattinata di venerdì 10 settembre 2021 presso il Tribunale di Mantova, il giudice ha inoltre disposto nei confronti della 53enne la sospensione della patente di guida.
I familiari della vittima, assistiti da Giesse risarcimento danni, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti mortali, hanno visto ricostruire in aula la dinamica dell’incidente che ha per sempre stravolto le loro vite.
Il drammatico incidente
Erano circa le 12.45 dell’11 ottobre 2019 e Alessia Mento, dopo una mattinata di lavoro alla Sacmi di Mozzecane, dove era impiegata come centralinista, stava tornando in direzione Porto Mantovano per andare a prendere la figlioletta alla scuola elementare.
Sulla ex Cisa, però, all’altezza di Roverbella, improvvisamente l’Opel Meriva della donna si scontrò con la Porsche Cayenne guidata da O.O., terminando la propria corsa contro il guard-rail.
Immediati i soccorsi degli automobilisti testimoni dell’incidente e dei sanitari, che però non hanno potuto fare niente per salvare la donna, deceduta sul colpo a causa del terribile impatto frontale.
Le indagini
Subito sono partite anche le indagini, coordinate dal pubblico ministero Silvia Bertuzzi, per capire cosa fosse realmente successo, in quel tratto rettilineo e senza ostacoli, per causare una simile disgrazia.
Grazie alle testimonianze dei soccorritori, di un automobilista e alla ricostruzione dell’evento effettuata dall’ingegner Luigi Cipriani, incaricato dal PM della consulenza tecnica, è stato possibile fare chiarezza: fu l’auto guidata da O.O. a deviare improvvisamente verso sinistra, invadendo la corsia opposta proprio mentre sopraggiungeva Alessia Mento, e quindi a causare il sinistro senza che la donna potesse evitarlo in alcun modo.
Il perito evidenzia nella consulenza come “l’improvvisa deviazione sia avvenuta in uno spazio di tempo talmente limitato – 3-4 decimi di secondo – da impedire qualsiasi manovra evasiva” da parte della povera 36enne.
Rimane irrisolto cosa abbia portato O.O. alla guida della Porsche Cayenne a sbandare. Entrambe le auto viaggiavano entro il limite dei 90km/h: il Suv, secondo la ricostruzione del perito, esattamente alla velocità limite; l’auto di Alessia Mento si è invece fermata con il tachimetro sui 60 chilometri orari, velocità che secondo l’ingegnere corrisponde a quella tenuta al momento dello schianto. Le condizioni metereologiche e della strada erano buone, l’impatto è avvenuto in pieno rettilineo.
Riconosciuto il risarcimento
Tramite Giesse, ai familiari è stato riconosciuto il pieno diritto al risarcimento ancor prima dell’inizio del procedimento penale.
“La morte prematura di Alessia ha sconvolto per sempre la vita di un’intera famiglia, in particolar modo lasciando una bambina priva della fondamentale figura della mamma - sottolinea Riccardo Rigonat, responsabile di Giesse Sirmione - Un vuoto enorme, incolmabile. L’unica speranza è che questo incidente possa per lo meno servire da monito a tutti, per ricordare sempre quanto poco basti per causare una tragedia irrimediabile”.
(Foto di copertina: immagine di archivio)