Lavoro nero, immigrazione clandestina e deposito incontrollato di rifiuti: denunciato titolare azienda agricola
In un capannone trovati 80.000 kg di rifiuti, in parte anche pericolosi.
Lavoro nero, immigrazione clandestina e deposito incontrollato di rifiuti: denunciato titolare azienda agricola. In un capannone trovati 80.000 kg di rifiuti in parte anche pericolosi.
Lavoro nero, immigrazione clandestina
Nel corso di un controllo mirato al contrasto del lavoro nero ed irregolare, eseguito in una nota azienda agricola operante nella provincia virgiliana nel settore delle coltivazioni miste di cereali e ortaggi, i militari del Gruppo della Guardia di finanza di Mantova hanno constatato l’impiego di manodopera completamente in nero, identificando 3 lavoratori sprovvisti di regolare contratto (originari di Bangladesh e Burkina Faso) e un soggetto (di origini nigeriane) risultato successivamente clandestino sul territorio nazionale.
Deposito incontrollato di rifiuti
Durante l’attività ispettiva è stato rilevato che il responsabile della ditta controllata - operante da un triennio nella Provincia di Mantova e rappresentata legalmente da un giovane originario del Bangladesh - aveva adibito le aree di pertinenza dell’azienda a deposito incontrollato di rifiuti. Si è proceduto, pertanto, con l’ausilio degli specialisti del settore aeronavale dipendenti dallo stesso Reparto, anche al sequestro di tre aree di pertinenza dell’azienda, adibite a deposito di rifiuti, ove insiste una costruzione fatiscente, un capannone di circa 400 mq di estensione e 80.000 kg di rifiuti (in parte anche pericolosi - perlopiù costituiti da plastiche, metalli, polistiroli, rifiuti organici, frigoriferi in disuso, pneumatici, bombole di gas esauste, lastre di eternit, pallets, materiali di risulta e rifiuti urbani).
I tecnici A.R.P.A.
Il titolare dell’azienda, all’esito di riscontri tecnici eseguiti anche con il successivo coinvolgimento di personale A.R.P.A., è stato segnalato alla locale Autorità giudiziaria per deposito incontrollato di rifiuti, fattispecie che prevede, nel caso di presenza di rifiuti pericolosi, la pena dell'arresto da sei mesi a due anni ed un'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro.
L’attività si inserisce tra quelle eseguite dal Corpo a tutela degli interessi dello Stato per il contrasto di tutte le forme di evasione e del fenomeno dell’immigrazione clandestina, nonchè a tutela dell’ambiente.