La cartiera di Mantova si ferma: troppo alte le spese di produzione
E' un blocco temporaneo, almeno in teoria. Per il momento i lavoratori sono impegnati in manutenzione e formazione anticipata.
Il problema del caro energia preoccupa ormai da mesi, ma con la guerra scoppiata due settimane fa la situazione si è velocemente aggravata andando a mettere in ginocchio numerose aziende, attualmente impossibilitate a sostenere i costi dell'energia che ogni ora crescono esponenzialmente non lasciando loro alcuno scampo. Tra queste la Cartiera di Mantova, la cui amministrazione ha deciso di chiudere temporaneamente la produzione nell'attesa - ma soprattutto nella speranza - di una normalizzazione dei prezzi.
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La Cartiera di Mantova chiude i battenti, per ora
I costi di energia e materie prime sono diventati ormai insostenibili, tanto da spingere numerose aziende e fabbriche a chiudere temporaneamente la produzione non potendosela più permettere. Secondo gli industriale si tratta di una situazione che il settore non si è mai trovato ad affrontare (del resto una pandemia mondiale seguita subito da una guerra non è certo una circostanza abituale).
Francesco Zago, l'Amministratore Delegato del gruppo Pro-Gest di Mantova che gestisce la cartiera, ha chiuso temporaneamente la produzione sia del capoluogo mantovano che delle altre cinque aziende, ed ha invocato un'azione immediata per sbloccare la situazione considerato che riuscire a far funzionare le fabbriche oggi è insostenibile con il costo del Gas che è triplicato dall'inizio della guerra:
"Siamo fermi, il problema è molto urgente. Bisogna agire oggi, non aspettare. La volatilità dei prezzi che stiamo vedendo di ora in ora, di giorno in giorno, non consente di fare una programmazione e di riuscire ad avere dei contratti con i nostri clienti che riescano a soddisfare entrambe le parti. Se questra situazione dovesse perdurare si apre una problematica che potrebbe toccare l'intera filiera".
Quella del gas non è l'unica impennata dei prezzi: anche quelli di produzione e di materiale pesano sul costo complessivo che ogni azienda deve sostenere e che è, per alcune, diventato ufficialmente e per il momento irrimediabilmente insostenibile.
Lavoratori messi in ferie
I lavoratori del gruppo Pro-Gest, visto lo stop della produzione, sono ora impegnati in manutenzione e formazione anticipata, e se nei prossimi giorni saranno invitati a fare qualche giorno di ferie nella speranza che basti per normalizzare la situazione tornando a prezzi sostenibili.
Per i sindacati serviranno ammortizzatori sociali
Non sono così speranzosi i sindacati, che chiedono il ricorso nelle prossime settimane ad ammortizzatori sociali per salvaguardare l'occupazione e far sì che i lavoratori non siano nuovamente esposti dopo due anni di Covid al rischio della perdita del posto di lavoro.
Stop anche a Brescia
Anche nel Bresciano la crisi si fa sentire: acciaierie e fonderie sono in ginocchio. Si fermano, così come la cartiera di Mantova, anche tre importanti produzioni bresciane: la Fonderia di Torbore, la Ori Martin e l'Alfa Acciai.
I 450 dipendenti della Ori Martin sono fermi dalla scorsa settimana e lo rimarranno fino a domenica 13 marzo, mentre Alfa Acciai ha previsto solo qualche turno di stop andando a valutare la situazione ora per ora. Sicuramente, come fa sapere il Vicepresidente della Ori Martin:
"Sicuramente è una sfida che la meccanica italiana e la siderurgia europea è la prima volta che si trovano ad affrontare".
Il rischio e la paura è che il blocco possa estendersi all'intero campo manifatturiero, paralizzando l'economia.