Irregolarità nei locali commerciali: scoperta grazie al Comune di Mantova infiltrazione mafiosa

Interdittiva antimafia disposta nei confronti di un'attività mantovana.

Irregolarità nei locali commerciali: scoperta grazie al Comune di Mantova infiltrazione mafiosa
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Il Prefetto di Mantova Carolina Bellantoni ha adottato, in data 24.10.2019, una nuova informazione interdittiva antimafia nei confronti di una società che, dopo aver acquisito un ramo di azienda di altro ente, aveva avviato la gestione di alcuni locali commerciali, siti a Mantova , in via Cesare Battisti.

Comune di Mantova ha richiesto una comunicazione antimafia

L’avvio dell’attività informativa è stato determinato dalla richiesta di comunicazione antimafia presentata dal Comune di Mantova alla Prefettura tramite la Banca Dati Nazionale Antimafia.
L’adozione della misura, che, com'è noto, anticipa, in fase preventiva, la valutazione sul condizionamento mafioso prima ancora che si proceda in sede penale, si è resa necessaria dopo una lunga e complessa attività informativa e di analisi, condotta dal GIA (Gruppo interforze antimafia) operante in Prefettura, organismo coordinato da un Viceprefetto e di cui fanno parte i referenti di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Direzione Investigativa Antimafia di Brescia.

Per l’occasione il GIA è stato integrato anche con la presenza di altro organismo investigativo (il Girer) che opera a livello nazionale e che può fornire un’analisi ad ampio spettro delle posizioni da esaminare.
Il Gia ha il compito di raccogliere le informazioni provenienti dalle diverse attività operative ed informative svolte dagli organi di polizia e metterle in connessione, evidenziando i collegamenti che possono condurre a forme di inquinamento da parte della criminalità organizzata negli appalti e nelle autorizzazioni pubbliche, fornendo al Prefetto il supporto per l’adozione delle misure interdittive.

La nuova e le vecchie interdittive

La nuova interdittiva segue alle precedenti che, nel corso degli ultimi due anni, sono state adottate nei confronti di alcuni soggetti gravitanti in ambienti della ‘ndrangheta che, con l’utilizzo di prestanome e mediante la costituzione di una serie di società, di volta in volta colpite dai provvedimenti interdittivi del Prefetto, hanno cercato di avviare diverse attività economiche in alcuni punti del capoluogo (sale giochi e scommesse, attività di panetteria, bar).
Per completezza, si riporta la sequenza temporale delle interdittive che, nel corso degli ultimi due anni, sono state adottate dai Prefetti di Mantova e che fanno riferimento sempre agli stessi soggetti coinvolti. Tale sequenza evidenzia proprio la funzione anticipatoria della misura rispetto agli eventi recentemente accaduti:
 il 14.11.2017 viene interdetto Carlo Pezzo, coinvolto nella recente operazione riportata dagli organi di stampa;
 il 10.7.2018 è interdetta la STRIKE SRL, costituita con soggetti prestanome, ma collegata a soggetti contigui ad ambienti della criminalità organizzata;
 il 10.4.2019 viene interdetta la SEVEN SRL, con analoghe caratteristiche;
 il 26.4.2019 viene interdetta la CALAMITA SRL;
 il 24.10.2019 è interdetta l’ultima società.

Soggetti interdetti anche precedentemente

L’esito degli ultimi accertamenti condotti dal GIA hanno, in particolare, fatto ritenere che, relativamente a tutte le suddette società interdette, si siano realizzate modalità di subentro destinate a determinare cambiamenti solo formali dell’asset proprietario e gestionale, in quanto l’attività economica nell’esercizio commerciale facente capo all’ultima delle società interdette risulta sostanzialmente riconducibile a soggetti già destinatari delle precedenti interdittive, con il malcelato fine, quindi, di nascondere o confondere il reale assetto gestionale, invece ricollegabile all’influenza mafiosa, sia essa diretta o indiretta.

Criminalità di origine calabrese

In particolare, i soggetti attenzionati hanno dimostrato un’evidente condivisione di interessi economici nell’ambito di una già comprovata contiguità con la criminalità organizzata calabrese, riconducibile ad alcuni clan calabresi dell’area vibonese, con i quali sono stati accertati abituali rapporti di frequentazione, oltre che parentali, anche spazianti in diversi settori imprenditoriali con finalità di reinvestimento di proventi provenienti da attività illecita.
Occorre precisare che l’ultimo provvedimento adottato è impugnabile dalla società colpita, anche se i ricorsi presentati contro alcune delle precedenti interdittive sopra indicate non sono finora riusciti ad ottenere la sospensione esecutiva dei provvedimenti da parte del Tar competente.

Ottimo lavoro delle forze di polizia e del Comune di Mantova

Il Prefetto desidera nuovamente ringraziare tutte le forze di polizia che hanno collaborato, sia in termini operativi che informativi, alla conclusione del procedimento interdittivo, che è il frutto di un lavoro di squadra ed interforze di grande spessore professionale, suscettibile di porre le basi per una stabile cooperazione utile a mantenere alta l’attenzione sui fenomeni di condizionamento e a tenere indenne il territorio dall’inquinamento mafioso.
Si ringrazia anche il Comune di Mantova che, nel tenere un comportamento virtuoso nell’esame delle licenze e delle autorizzazioni presentando le richieste di certificazione antimafia, crea i presupposti per i necessari approfondimenti successivi.

Ogni comune deve applicare le procedure antimafia preventive

Su tale ultimo punto, il Prefetto ha recentemente emanato una direttiva rivolta a tutti i Sindaci della Provincia (reperibile sul sito della Prefettura nel settore “direttive”) rammentando la necessità di una puntuale applicazione delle procedure antimafia preventive. Nell’occasione, si informa che, parallelamente all’attività svolta nei confronti dei soggetti di cui trattasi, il Prefetto ha nei giorni scorsi adottato ulteriori due informazioni interdittive antimafia, nei confronti di soggetti che hanno richiesto l’iscrizione nelle white lists (ovvero le liste dove si iscrivono le ditte già screenizzate dalla Prefettura) e che sono risultati colpiti da provvedimenti penali per “reati spia”, ovvero reati sintomo di possibile contiguità o, comunque, ostativi alla partecipazione ad appalti pubblici.

(Immagine di repertorio)

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