CORONAVIRUS

In Lombardia l'indice di contagio scende a 0,51 e passa da moderato a basso

Fontana: "Soddisfatto". È opportuna però una precisazione: i dati comunicati dall'Isitituto superiore di sanità sono da considerarsi ancora incompleti.

In Lombardia l'indice di contagio scende a 0,51 e passa da moderato a basso
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Una prima buona notizia, almeno per la Lombardia, arriva nel corso della conferenza stampa organizzata dall’Istituto superiore di sanità per fare il punto sull’andamento del contagio. Il tanto temuto indice di contagio Rt nella nostra regione è pari a 0,51, in discesa rispetto all’ultima rilevazione che faceva segnare 0,62. Ciò significa che il rischio, per la nostra regione, “passa da moderato a basso”, sottolinea il Governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana.

Lombardia l’indice di contagio scende a 0,51

«Esprimo soddisfazione per il dato diffuso dall’Istituto superiore di sanità – spiega  il presidente regionale -. E’ un primo passo avanti verso la tanto auspicata nuova normalità e un premio alla volontà dei lombardi, cui va il mio ringraziamento, che hanno rispettato le regole. Guai però ad abbassare la guardia e a pensare che il virus sia stato sconfitto. Non è così, proseguiamo nei comportamenti virtuosi per non vanificare gli sforzi fin qui fatti”.

Il virus continua a circolare

“La curva epidemica prosegue secondo il trend emerso nelle ultime settimane ed è in calo in tutte le regioni, anche in Lombardia – ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss -. Tuttavia il virus continua a circolare. E’ necessario mantenere alta l’attenzione”.

Ma c'è un ma ...

È opportuna però una precisazione: i dati comunicati dall’Isitituto superiore di sanità, pur essendo aggiornati al 19 maggio, dal 3 maggio sono da considerarsi ancora incompleti. L’indice Rt è un dato fondamentale sulla base del quale, nel corso del monitoraggio della “fase 2”, si valuterà se e come intervenire rispetto alle nuove riaperture.

E’ bene quindi tenere presente che questo valore può subire anche notevoli oscillazioni, tanto che le autorità sanitarie non ne escludono un futuro incremento. Comportamenti irresponsabili in questa fase dell’emergenza potrebbero quindi portare irrimediabilmente a nuove chiusure.

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