Mantova

"Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me": la confessione di Stratan alla sorella

Nuova udienza del processo per la morte della giovane ucraina: in aula arriva Cristina, sorella di Dima, che ha ripercorso la vicenda

"Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me": la confessione di Stratan alla sorella
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Nuova udienza del processo a Dumitru Stratan, accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Yana Malaiko. Testimone la sorella di Dumitru, che fece partire indagini e ricerche.

"Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me"

"Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me. Mi spiace tanto". Poi l'abbraccio a sua sorella, la mattina di quel venerdì 20 gennaio 2023. Sono queste le parole che Dumitru Stratan, in carcere con l'accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere, ha proferito a sua sorella Cristina Stratan. Ed è da quel momento che si è messa in moto la macchina dei soccorsi e delle ricerche, avviata proprio dalla sorella di Stratan.

La zona sul confine tra Castiglione e Lonato dove venne trovato il corpo di Yana Malaiko
La zona sul confine tra Castiglione e Lonato dove venne trovato il corpo di Yana Malaiko

Cristina ha ripercorso quei momenti, come anche altri episodi della relazione tra suo fratello e Yana Malaiko, nella mattinata di oggi, giovedì 20 giugno 2024, in Tribunale a Mantova, durante una nuova udienza del processo.

La decisione di rivolgersi ai carabinieri

Poco prima, come ripercorso in aula da Cristina Stratan, Dumitru, conosciuto come Dima, aveva infatti telefonato a sua sorella chiedendole di poter parlare un po' e spiegando di sentirsi molto giù.

Dumitru Stratan, a processo per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere
Dumitru Stratan, a processo per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere

Quando Cristina, che in quel momento viveva a Padenghe sul Garda, arrivò nell'appartamento nel grattacielo di piazzale Resistenza, si rese conto che qualcosa non andava. Una delle telecamere di sorveglianza interne all'ascensore era infatti sul tavolo; sul letto il cellulare di Yana, abbandonato. Suo fratello che appariva sostanzialmente emaciato. E di Yana nessuna traccia.

Il grattacielo dove Stratan disse a sua sorella "Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me". Al pianterreno il bar di Cristina, dove aveva lavorato anche Yana
Il grattacielo dove Stratan disse a sua sorella "Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me". Al pianterreno il bar di Cristina, dove aveva lavorato anche Yana

A quel punto Cristina, come testimoniato in aula, decise di portare il cane Bulka da sua madre, dopodiché si rivolse ai carabinieri. In particolare la chiamata era stata indirizzata al comandante del Nucleo operativo e radiomobile di Castiglione, che Cristina conosce personalmente.

Da quel momento, il via ai primi accertamenti e poi alle ricerche della giovane Yana, che sarebbe stata trovata solamente undici giorni dopo, senza vita, chiusa in una valigia lungo uno sterrato sul confine tra Castiglione delle Stiviere e Lonato.

"Non riusciva a smettere con la cocaina"

Dal racconto di Cristina, è emerso anche come da alcuni mesi Dima fosse diventato sostanzialmente dipendente dalla cocaina. "Gli piaceva troppo e non riusciva a smettere, nonostante sia Yana che io abbiamo provato a parlargli ripetutamente", sono state le parole della sorella di Dumitru.

In diverse occasioni, sempre secondo il racconto di Cristina Stratan, Yana nell'appartamento aveva anche trovato bustine nelle quali era stata confezionato lo stupefacente. "Aveva iniziato da qualche mese - le parole di Cristina - perché lui e Yana non riuscivano ad avere un figlio. Nello stesso periodo Dumitru aveva anche iniziato a rimanere fuori casa tutta la notte e a trascurare Yana".

"Dumitru chiamava Yana "cane'"

Prima della deposizione di Cristina Stratan, questa mattina è stata sentita anche Larysa Bodnari, nonna paterna di Yana. La donna, ultrasettantenne, e residente a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, dove aveva vissuto anche Yana, ha ripercorso i momenti in cui ebbe modo di avere Dumitru ospite a casa propria.

"Yana e Dumitru - ha raccontato la donna in aula - non litigavano, o almeno non li ho mai visti litigare. Però lui era in un certo senso assente: spesso stava fuori casa a fumare da solo e non parlava. Inoltre più di una volta ha detto a Yana che si sarebbero sposati solo se lei glielo avesse chiesto pregandola in ginocchio. Alcune volte lui la la chiamava 'cane'.

"Yana mi diceva di stare tranquilla perché Dumitru scherzava - ha concluso la nonna di Yana -, ma a me lui non piaceva per niente".

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