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Emergenza Covid: parte dalla Lombardia il primo treno sanitario

Fontana: "Un vero e proprio ospedale mobile che può arrivare ovunque ce ne sia bisogno".

Emergenza Covid: parte dalla Lombardia il primo treno sanitario
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Covid, parte dalla Lombardia il 1° "treno sanitario". Realizzato a Voghera in collaborazione con Trenitalia, Protezione Civile e Areu, può ospitare fino a 21 pazienti intubati.

Parte dalla Lombardia il 1° "treno sanitario"

Parte dalla Lombardia il primo treno sanitario dedicato all'emergenza Coronavirus. E' stato presentato alla Stazione Centrale di Milano dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, affiancato dall'assessore al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, dall'amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi e dal direttore generale dell'Agenzia Regionale per l'Emergenza Urgenza (AREU), Alberto Zoli.

Il treno sanitario è un convoglio che consente di trasferire e curare i pazienti con personale sanitario dedicato su carrozze equipaggiate con specifiche attrezzature mediche.

Realizzato a Voghera

Il convoglio, che sarà impiegato a servizio del Paese per emergenze e calamità, è stato realizzato da Trenitalia (Gruppo FS Italiane) nelle Officine Manutenzione Ciclica di Voghera in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e dell'Agenzia Regionale Emergenza Urgenza della Lombardia (AREU).

Il treno può avere la funzione di trasporto pazienti verso altre zone d'Italia o all'estero per alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere, oltre a rappresentare un'integrazione al servizio sanitario territoriale per la gestione delle emergenze, in caso di utilizzo come Posto Medico Avanzato.

L'utilizzo del treno è definito da una convenzione sottoscritta da Trenitalia, Dipartimento della Protezione Civile e AREU.

Potrà arrivare ovunque ce ne sarà bisogno

Un'"ottima iniziativa" secondo il presidente Fontana, frutto della "collaborazione fra istituzioni, Areu, Protezione civile e Trenitalia che consentirà di attivare "un vero e proprio ospedale mobile che può arrivare ovunque ce ne sia bisogno".

"Ognuno degli attori in campo - ha continuato il governatore - ha messo del suo e, insieme, abbiamo creato qualcosa che è già un modello". L'auspicio è quello che "non ce ne sia mai bisogno, ma ancora una volta è la dimostrazione che la qualità in Lombardia non manca mai e che la collaborazione porta risultati eccellenti".

“Questo treno – ha aggiunto Foroni – è stato pensato per dare concretamente una mano a tutto il sistema della protezione civile. Uomini e donne da sempre in prima linea quando si tratta di dare una mano in caso di emergenza come sto constatando in questi giorni andando a visitare i centri vaccinali che stiamo predisponendo su tutto il territorio lombardo”.

“Le Ferrovie dello stato – ha spiegato Luigi Corradi - hanno dato il massimo supporto per conciliare il problema della mobilità ed evitare rischi nel trasporto. E’ un convoglio che può spostarsi in tutta  Italia dove servono posti di terapia intensiva o se non ci sono servizi attrezzati o per spostare pazienti da un punto all'altro dell'Italia. Il nostro impegno con Areu è di continuare a usare il Treno quando ce ne sarà bisogno".

Vera e propria rianimazione viaggiante

Il direttore dell’Areu Alberto Zoli ha invece ricordato la genesi di questo treno.

“Un anno fa – ha detto – abbiamo avuto l’idea di un treno con queste caratteristiche perché necessitavamo di un mezzo diverso dall’aereo in una situazione molto critica.  A marzo abbiamo trasferito 120 pazienti intubati e ventilati, di cui 80 in altre Regioni d’Italia e 40 in Germania. Ad oggi, sono invece 30 i pazienti trasferito da Brescia in altre province della Lombardia”.

“E’ una vera e propria rianimazione viaggiante – ha sottolineato - che può diventare anche un Posto Medico Avanzato. Non è uno spreco, perchè le attrezzature e soprattutto il personale sono ordinariamente impiegati nel servizio di soccorso sul territorio".

“Un grazie speciale, infine – ha concluso Zoli - va alla Fondazione ‘Elisabetta Franchi’ che ha donato 260.000 euro che hanno consentito di dotare il treno sanitario degli indispensabili strumenti salvavita”.

Ma come è fatto?

Il treno è costituito da otto carrozze e due locomotori posizionati alla testa e alla coda del convoglio.

Le carrozze sono così suddivise:

  • tre carrozze sanitarie con posti letto di terapia intensiva per pazienti ventilati in modo invasivo;
  • due carrozze tecniche necessarie per il funzionamento delle apparecchiature medicali e, in particolare, per ospitare i gruppi elettrogeni che creano un sistema indipendente di alimentazione delle dotazioni sanitarie;
  • due carrozze di cui una con posti letto per il personale e la seconda predisposta per il coordinamento tecnico-sanitario e per l'area filtro necessaria per il passaggio tra l'area pulita e l'area operativa;
  • una carrozza magazzino per il trasporto di tutti i materiali e dei dispositivi medici.

Il convoglio è stato progettato per offrire un livello di assistenza sanitaria fino alla terapia intensiva, anche in biocontenimento, con la possibilità di integrare altre carrozze con ulteriori funzioni medico-sanitarie.

Ognuna delle tre carrozze sanitarie può trasportare fino a sette pazienti per un totale di 21 postazioni disponibili. Queste carrozze sono gestite da personale sanitario specializzato, personale tecnico-logistico e di direzione per un massimo di 45 operatori.

Il treno ha un'attrezzatura minima necessaria a gestire qualsiasi tipo di emergenza o calamità così composta:

  • 21 ventilatori polmonari;
  • 1 ecografo;
  • 2 emogas analizzatore;
  • 21 fra monitor, aspiratori e altre attrezzature;
  • 3 postazioni di monitoraggio.
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