Elefantessa maltrattata al circo: parte il processo in Tribunale a Mantova
Il pachiderma venne sequestrato due anni fa dai carabinieri forestali. Ora sta prendendo le mosse il procedimento penale
Pronto a partire il processo per maltrattamenti all'elefantessa Bambi, sequestrata poco meno di due anni fa da un circo di Asola.
Elefantessa maltrattata e sequestrata
Da alcuni giorni, a marzo del 2023, il circo era arrivato ad Asola. Si trattava del circo Busnelli Niuman: tra le varie attrazioni, vi era anche l'elefantessa Bambi che oggi, nel 2025, va per i 56 anni di età.
Nel giro di brevissimo tempo dopo l'arrivo del circo ad Asola, però, proprio l'elefantessa Bambi venne sequestrata dai carabinieri forestali. Secondo i militari, infatti, in poche parole il pachiderma era maltrattato: poco spazio a propria disposizione nel recinto, sporcizia ed escrementi a terra nella stessa area, nessun arricchimento ambientale o stimolo per il benessere dell'animale.
L'imponente animale venne appunto sequestrata: all'epoca - due anni fa - il giudice convalidò il sequestro, affidando Bambi al suo stesso proprietario. Il quale, almeno secondo le accuse che vengono ora mosse, in un secondo momento utilizzò l'elefante per delle esibizioni durante una tappa del circo in provincia di Vicenza nonostante fosse stato posto sotto sequestro.
In partenza il processo
Ora, due anni dopo, è in partenza il processo. Ieri, venerdì 24 gennaio 2025, in Tribunale a Mantova si è tenuta l'udienza predibattimentale, ovvero la primissima fase di quello che potrebbe essere il processo.
In tale contesto Enpa (Ente nazionale per la protezione degli animali) e Lav (Lega antivivisezione) hanno avanzato richiesta di prendere parte al processo come parti civili. Nel corso della prossima udienza, che si terrà martedì 11 febbraio 2025, il giudice deciderà se ammettere Lav ed Enpa come parti civili e deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del proprietario del circo.
Anacronistico che animali debbano soffrire nei circhi
Dichiara in merito Giulia Giambalvo, area animali esotici della Lav:
"Questo caso rappresenta l'ennesima triste testimonianza di come la mercificazione degli animali e il loro sfruttamento negli spettacoli abbia effetti gravissimi sulla loro vita. Come da capi di imputazione, Bambi, vittima di maltrattamento, era detenuta in uno spazio inadeguato per le sue dimensioni, senza una pavimentazione adatta né arricchimenti ambientali che potessero sopperire alla noia e alla solitudine, determinando la manifestazione di gravi comportamenti stereotipati, come movimenti ripetitivi e totale assenza di risposta a stimoli esterni.
Oggi l’elefantessa diventa il simbolo della sofferenza che più di 2mila animali sono ancora costretti a subire a causa dello sfruttamento a scopo di intrattenimento.
E’ anacronistico, inaccettabile e umiliante che animali, che dovrebbero essere liberi di esprimere i loro comportamenti naturali, siano ancora costretti a esibirsi in performance imposte dai loro addestratori".