32 canali Telegram

Due mantovani scoperti a vendere falsi Green pass online

Quattro malviventi sono stati scoperti e denunciati dalla Polizia Postale.

Due mantovani scoperti a vendere falsi Green pass online
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La Polizia Postale ha denunciato e sottoposto a perquisizione quattro persone, tre lombardi di cui due mantovano.

Dai 150 ai 500 euro

Chiedevano dai 150 ai 500 euro per un falso Green Pass, da poter mostrare all'occorrenza anche senza vaccinazione o tampone negativo. La cifra pattuita poteva essere pagata con criptovalute o con buoni spendibili su diversi siti e-commerce. Succedeva online tramite Telegram, dove l'offerta e la richiesta di falsi certificati vaccinali si incontrano sempre più spesso.

Il codice veniva rilasciato assieme ad un presunto falso certificato firmato da una sedicente dottoressa, complice dei truffatori.

Scoperti dalla Polizia Postale

A scoprire la truffa gli investigatori della Polizia Postale di Milano, Roma e Bari, che hanno perquisito e indagato per truffa e falso quattro persone (due residenti nel mantovano, una nel milanese e una in Puglia).

Documenti falsi non validi

Si tratta di documenti falsi che non sarebbero comunque stati convalidati: i rischi corsi da chi si affida a questi malviventi, oltre a eventuale denuncia per concorso in falso in atto pubblico, sono quelli di consegnare i propri dati sensibili che li utilizzeranno a piacimento.

Erano almeno 32 i canali telegram che offrivano questo servizio di falsa certificazione, tutti con migliaia di iscritti: naturalmente i falsi Green Pass non avrebbero mai passato eventuali controlli, visto che gli originali sono prodotti con una chiave privata del ministero della salute e sono gratuiti.

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32 canali Telegram coinvolti

Gli investigatori del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni di Roma, Milano e Bari, con il coordinamento delle procure della Repubblica presso i tribunali di Roma, Milano e dei minorenni di Bari, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri nei confronti degli amministratori di 32 canali Telegram responsabili della vendita di Green pass falsi in cambio di somme. Alcuni di questi canali contavano migliaia di iscritti. Un mercato decisamente florido, non c'è che dire. La promessa era quella di fornire falsi documenti millantando l'appoggio di dottori o di ospedali.

Ed è così successo che proprio coloro che volevano fare i furbi sono stati fregati; a fronte delle lamentele degli internauti caduti nella rete, uno dei due truffatori ha minacciato pubblicamente i contestatori chiedendo a questi una somma pari a 350 euro, da pagare in Bitcoin, per cancellare e non diffondere online i loro documenti d’identità e i dati sensibili, che i clienti stessi avevano fornito per ottenere il falso documento.

 

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