Delitto al centro commerciale: preso il presunto omicida, si cerca il complice
L'accusa che pende sul 35enne oltre a quella di omicidio è anche quella di tentato omicidio nei confronti di Ferrari, che tutt'ora versa in critiche condizioni di salute.
Era la notte tra giovedì 1 luglio e venerdì 2 quando nel piazzale del centro commerciale La Favorita, una violenta rissa aveva causato il grave ferimento di Pier Francesco Ferrari, 35 anni di San Giorgio Bigarello, e la morte di un 23enne, Atiljo Ndrecaj. Entrambi erano stati brutalmente e selvaggiamente picchiati da qualcuno: inizialmente si pensava si trattasse di un gruppo di persone ora, a distanza di un mese dall'aggressione, pare che a fronteggiarsi siano state due coppie di uomini. Uno degli aggressori è stato identificato e incarcerato.
Arrestato uno dei presunti aggressori
E' finito in manette per l'omicidio e il tentato omicidio avvenuti la notte tra l'1 e il 2 agosto un 35enne di origine marocchina, disoccupato, incensurato e regolare sul territorio italiano.
Il 35enne è stato individuato mentre viaggiava su un treno in provincia di Varese, riconosciuto dagli agenti della Polfer del capoluogo che dopo avergli chiesto i documenti lo hanno identificato formalmente in Questura.
Convalidato l'arresto
I Carabinieri di Mantova su segnalazione dei colleghi sono andati a prelevare il 35enne, presunto responsabile dell'omicidio, conducendolo nel carcere di via Poma: il giudice per le indagini preliminari Grimaldi ha convalidato l'arresto dopo l'interrogatorio di garanzia, così come chiesto dal pubblico ministero Fabrizio Celenza.
Le dichiarazioni del 35enne
Il fermato ha ammesso di essere stato presente all'aggressione, negando però di aver ucciso lui il 23enne massacrato con una mazza da baseball e una bottiglia. Inoltre, secondo la sua versione, ad aggredire e far partire la rissa sarebbero stati Ndrecaj e Ferrari mentre lui e il complice si sarebbero solo difesi.
L'accusa che pende sul 35enne oltre a quella di omicidio è anche quella di tentato omicidio nei confronti di Ferrari, che tutt'ora versa in critiche condizioni di salute.
Ora gli inquirenti sono sulle orme del complice, un cittadino marocchino le cui generalità non sono note, così come non è ancora chiaro il motivo dell'agguato.