Crollo palasport Castel Goffredo: condannato il direttore lavori
Dieci mesi di carcere, pena sospesa, per Natale Albertani. Assolti gli altri due imputati.
Crollo palasport Castel Goffredo: condannato il direttore lavori e titolare dell'impresa che realizzò le travi in legno della copertura crollata nel 2015.
Una condanna e due assoluzioni
E' stato condannato a dieci mesi di carcere, pena sospesa, Natale Albertani, direttore dei lavori in cantiere per la costruzione del palasport di Castel Goffredo e titolare dell'azienda Habitat Legno di Edolo, in provincia di Brescia, che realizzò le travi in legno del tetto della struttura sportiva di via Svezia. La condanna è stata inflitta ieri, giovedì 21 marzo 2019, dal tribunale di Mantova, al termine del processo che vedeva Albertani e altri due imputati di crollo colposo per il collasso di una parte del tetto del palasport castellano. Insieme ad Albertani, sul banco degli imputati erano finiti anche Massimo Giacomazzi di Castel Goffredo, direttore generale dei lavori, e Sperandio Poloni, legale rappresentante della ditta Poloni srl di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, l'azienda capofila dell'appalto per la realizzazione del palasport. Giacomazzi e Poloni, ieri, sono stati assolti per non aver commesso il fatto.
Un patteggiamento e le richieste del pm
Nel procedimento penale era finito anche il collaudatore statico Aldo Tironi, che già qualche tempo fa aveva patteggiato un anno di reclusione. L'accusa era di crollo colposo. Il pm Giulio Tamburini aveva due anni di pena solamente per Albertani, proponendo l'assoluzione degli altri due. La richiesta è stata accolta dal giudice Beatrice Bergamasco, che però ha condannato Albertani a dieci mesi invece che a due anni come chiesto dal pm.
Il maxi crollo del 2015
Il maxi crollo era avvenuto il 6 febbraio 2015. Dopo la nevicata della notte precedente, infatti, verso le 9 del mattino di quel giorno la cittadina di Castel Goffredo fu squassata da un boato. Improvvisamente, senza che nessuno lo potesse prevedere, circa metà del tetto del palasport di via Svezia era crollato all'interno, provocando un danno gravissimo. Fortunatamente nel palazzetto dello sport, adiacente alle piscine, in quel momento non c'era nessuno: né squadre sportive, né associazioni né alunni delle scuole castellane. Sul posto accorsero subito carabinieri, vigili del fuoco, il sindaco di allora con parte dell'amministrazione comunale e parecchie persone comuni, incuriosite e naturalmente spaventate per l'imponente crollo. L'area era stata posta sotto sequestro e le indagini del caso, con relative perizie e verifiche, fino al processo che ieri, 21 marzo 2019, ha visto una condanna e due assoluzioni.
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