Mantova

Crimini commessi grazie al maxi gruppo WhatsApp? "Certo, può essere"

Parla il comandante di un importante corpo di polizia locale: "I furfanti sembrano sempre fortunati, ma a volte non è così..."

Crimini commessi grazie al maxi gruppo WhatsApp? "Certo, può essere"
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Potrebbero essere stati commessi crimini grazie al gruppo social con i posti di blocco: la conferma del comandante della polizia locale.

"Manforte ai malviventi"

La chat con oltre mille iscritti per segnalare i posti di blocco? Sicuramente ha aiutato e dato man forte a malviventi e malintenzionati. Ad assicurarlo è il comandante di un importante corpo di polizia locale della provincia di Mantova che copre più comuni.

"Un'operazione del genere - afferma il comandante contattato dal nostro quotidiano online - di certo può essere una manna dal cielo per chi commette reati o ha qualcosa da nascondere: si possono eludere controlli e posti di blocco con facilità e in tempo reale ed essere sicuri, o almeno piuttosto sicuri, di riuscire a farla franca".

"A volte si pensa sia solo fortuna..."

"A volte - prosegue il comandante in questione - tra le forze dell'ordine si pensa che i malviventi siano particolarmente fortunati. Ma non sempre è così, evidentemente".

"Capita che magari una qualsiasi forza dell'ordine allestisca un posto di blocco in una zona, e intanto viene commesso un furto a poca distanza. Il giorno dopo, stessa storia: altro posto di blocco e altro episodio criminoso che viene commesso magari in una zona limitrofa. Ovviamente viene da pensare che in casi come questo i ladri o rapinatori o truffatori siano particolarmente, ma evidentemente non sempre è così. Gruppi come quello dove avvenivano le segnalazioni sicuramente ha aiutato".

"Non possiamo escludere nulla"

Data la situazione, è naturale chiedersi se qualche malintenzionato sia stato effettivamente e concretamente aiutato dalle segnalazioni che arrivavano sul gruppo con oltre mille utenti.

"La polizia e la procura stanno facendo gli opportuni accertamenti e tutte le indagini del caso - afferma il comandante della polizia locale in questione - e su due piedi è difficile dire se si siano verificati episodi criminosi andati a buon fine proprio grazie a quel gruppo di messaggistica istantanea. Però, di certo, non si può escludere nulla: nemmeno che qualche crimine sia stato commesso con l'aiuto di quella comunità social".

L'indagine della Questura

Tutta la vicenda ha preso le mosse da una indagine della Squadra Mobile della Questura, grazie alla quale è stato individuato un gruppo un gruppo su una piattaforma di messaggistica istantanea, di cui facevano parte oltre mille utenti, sul quale venivano appunto segnalati in tempo reale i posti di blocco in provincia di Mantova e, a volte, anche in alcune zone limitrofe al Mantovano.

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