Chat con oltre 1.000 iscritti indicava i posti di blocco a Mantova: nei guai il creatore (di Porto Mantovano)
L'esistenza di questo gruppo consentiva ai membri di eludere i controlli quotidiani sulle strade, ma garantiva anche a soggetti con precedenti di sfuggire alle Forze dell'Ordine
La Questura di Mantova ha voluto vederci chiaro su una chat social nella quale gli oltre 1000 iscritti si indicavano a vicenda la posizione esatta dei posti di blocco nei quali si trovavano le pattuglie delle Forze dell'Ordine. Un'attività che non solo consentiva ai membri del gruppo di eludere i controlli quotidiani, ma permetteva anche ai responsabili di gravi reati di ridurre le loro possibilità di incrociare gli agenti in servizio sulle strade. Il creatore di questa chat, che vive a Porto Mantovano, è ora finito sotto indagine per l'ipotesi di reato di interruzione di Pubblico Servizio.
(In copertina: immagine di repertorio)
Chat con oltre 1.000 iscritti indicava i posti di blocco a Mantova
Se fino ad alcuni anni fa la presenza di equipaggi delle Forze dell’ordine impegnate nelle attività di controllo lungo le strade era segnalata tra gli automobilisti in transito attraverso l’uso dei fari abbaglianti, oggi la nascita dei social e la creazione di gruppi di persone con le quali condividere informazioni di “interesse comune” ha reso possibile un'evoluzione di questa dinamica.
In questo senso, infatti, su una piattaforma di messaggistica, è stato creato un gruppo finalizzato a rendere possibile, mediante il contributo di ognuno degli iscritti, la segnalazione e la condivisione, in tempo reale, della posizione di equipaggi delle Forze di Polizia sul territorio di questa provincia e di quelle limitrofe.
Questa chat, che nel tempo è andata ad accrescersi fino a raggiungere la quota di oltre 1.000 iscritti, consentiva a quest'ultimi non solo di eludere i quotidiani controlli finalizzati ad accertare e sanzionare irregolarità a volte molto gravi e pregiudizievoli per la sicurezza di tutti gli utenti della strada, ma ha potenzialmente agevolato anche i responsabili di gravi reati anche di natura predatoria che, in tal modo, hanno avuto la possibilità di sottrarsi ai controlli delle Forze di Polizia.
Le indagini dettagliate da parte della Questura sui membri di questo gruppo, ancora in fase di identificazione, ha permesso di scoprire che al suo interno si trovavano anche persone con precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti per le quali la costante localizzazione delle pattuglie potrebbe aver consentito di perpetrare con maggiore tranquillità le loro attività delittuose.
Dato che la chat ha raggiunto il numero massimo di mille iscritti, il suo creatore ha deciso di crearne un'altra con il medesimo scopo. L’esistenza della chat, individuata da personale della Squadra Volante della Questura, dopo i necessari accertamenti di polizia giudiziaria, è stata oggetto di segnalazione alla locale Procura della Repubblica la quale ha disposto una perquisizione nei confronti dell’amministratore del gruppo.
Nei guai il creatore della chat di Porto Mantovano
A Porto Mantovano, quindi, il personale della D.I.G.O.S., della Squadra Volante e della Sezione provinciale per la Sicurezza Cibernetica di Mantova (Polizia Postale), ha dato esecuzione alla perquisizione presso il domicilio del creatore del gruppo acquisendo documentazione informatica utile per il prosieguo delle indagini.
Tra le ipotesi di reato contestate al soggetto vi è quella del delitto di interruzione di Pubblico Servizio mentre è tuttora al vaglio la posizione dei numerosi altri iscritti, al fine di definirne le singole responsabilità, dal momento che alcuni utenti, in maniera molto più attiva di altri, hanno segnalato, attualizzato e condiviso la posizione delle pattuglie delle Forze di Polizia, accompagnando spesso i relativi post sulla chat del gruppo con espressioni oltraggiose e denigratorie.
Si specifica che il presente procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che l’attuale indagato e le altre persone che saranno segnalate alla Procura della Repubblica al termine delle indagini in corso, sono da considerarsi innocenti sino ad un provvedimento definitivo dell’Autorità Giudiziaria.
Il commento del Questore Roatta
Sulle indagini volte a far chiarezza sui membri di questa chat si è espresso il Questore di Mantova Giannina Roatta:
"Si tratta di un significativo, ed evidentemente diffuso malcostume che denota come minimo mancanza di senso civico - afferma il Questore - vogliamo pensare infatti che almeno una parte degli oltre 1000 partecipanti alla chat, numero rilevante se si pensa al limitato raggio di azione, abbia agito con 'leggerezza' e non si sia resa conto della gravità di tale comportamento e delle inevitabili conseguenze.
L’ubicazione dei posti di controllo delle forze di polizia sono informazioni che fanno gola ai malintenzionati che, conseguentemente, possono agire più indisturbati in altre aree cittadine o della provincia per i loro malaffari - continua - Tra i partecipanti alla chat, tra l’altro, come appurato da primi accertamenti, vi sono numerosi soggetti con precedenti. Ovviamente verificheremo la posizione di tutti i partecipanti, alcuni dei quali, molto attivi, hanno anche usato nomignoli od immagini oltraggiose nei confronti degli operatori di polizia.
In estrema sintesi - conclude - oltre a denotare assenza di senso civico, coloro che hanno diffuso quelle notizie in chat hanno in qualche modo favorito i malviventi che le hanno sfruttate a scapito della sicurezza dei cittadini. Ma una considerazione va anche fatta sull’ipotizzata 'leggerezza': se non si ha nulla da nascondere, perché mai si dovrebbe temere un normale controllo di polizia?".