Antonio Ligabue gli aneddoti degli abitanti della Bassa
"Lui dipingeva su tutto: pezzi di masonite usati per coprire le gabbie dei conigli, su fogli. Quando divenne famoso si gettarono tutti alla ricerca ma ormai la maggior parte era andata persa ".
Antonio Ligabue: il pittore nato in Svizzera ma che ha vissuto nella Bassa rivive nei racconti e negli aneddoti degli abitanti.
Antonio Ligabue
Un tempo era la piazza, quella del mercato. Adesso al mercato si possono ancora fare due chiacchiere, ma c’è anche un’altra opzione, che rende possibile veicolare un messaggio ancor più lontano. Parliamo dei gruppi Facebook che raccolgono persone della medesima comunità territoriale. Il prossimo film di Giorgio Diritti, dal titolo “Volevo nascondermi” è dedicato alla vita di Antonio Ligabue, pittore che ha speso gran parte della propria vita nella Bassa, tra Gualtieri e Guastalla. Cosa c’entra Ligabue con un gruppo Facebook?
Dal gruppo Facebook i racconti
Una notizia inerente i casting aperti a Guastalla per trovare gli attori adatti al ruolo, nella pagina Cremona Notizie e Provincia《 l’originale 》ha risvegliato i ricordi di alcuni appartenenti al gruppo. Ricordi di vita vera, oltre le biografie ufficiali, che raccontano come vivesse Antonio Ligabue quotidianamente. La prima a condividere è L.R. una donna che rispolvera anche i ricordi della sua mamma sul famoso pittore: “Mia mamma l’ha conosciuto. Lei abitava “a la Pev dal Bacanél. In pratica la strada che univa Guastalla e Gualtieri. Aveva 7/10 anni e di fronte alla sua cascina c’era un osteria, vicino all’allora stazione, dove più che altro si beveva vino e si giocava a bocce. Lui non parlava, non giocava, beveva solo. A chi gli offriva qualcosa, anche un uovo, regalava quadri o disegni. Era un tipo schivo. Con la sua moto andava solo per osterie. Aveva sempre il naso “sgnicát” perché beveva e, ubriaco, cadeva dalla moto. Aveva proprio il naso e la faccia sciupata come nei quadri. Quando Zavoli l’ha fatto diventare famoso, mia bisnonna povera in canna, come tanti aveva detto “se l’avessi saputo che i suoi disegni avrebbero avuto valore!”
I fortunati che hanno venduto i regali frutto del “baratto”
“A Torre un signore che per sbaglio ha avuto una sua statuetta in terra cotta, vendendola ha guadagnato abbastanza per farsi la casa Lui quando aveva fame entrava in qualche osteria e chiedeva se fosse avanzata un po di zuppa. Mentre mangiava, con una matita disegnava sulla tovaglia o tovaglioli. A volte prendeva una posata ed intagliava i tavoli in legno. Qualche tempo dopo, il nipote del proprietario di una trattoria, ha buttato tutti i mobili e tavoli per rinnovare il mobilio. Subito dopo il mitico Zavoli ha fatto un servizio su Ligabue facendolo diventare famoso Il nipote dell’osteria, senza quei tavoli intagliati, si è mangiato le unghie, il fegato…” ha concluso L.R.
Quell’ecosistema speciale
Ad aggiungere un altro ricordo è I.F.: “Tramite amici di Gualtieri, anni fa, sono stato a casa del gestore del chiosco che gli faceva benzina. Questi mi ha mostrato gli unici due quadri che gli erano rimasti , un leone disegnato con una matita rossa e un piccolo paesaggio montano svizzero. Gli altri che gli lasciava in cambio della benzina li aveva tutti buttati , mi raccontava che in paese le persone li accettavano in cambio di qualcosa per pietà poi li gettavano. Lui dipingeva su tutto: pezzi di masonite che si usava per coprire le gabbie dei conigli, su fogli che gli capitavano. Quando divenne famoso si gettarono tutti alla ricerca ma ormai la maggior parte era andata persa e in tanti si morsicarono le dita, meditate gente.” Un Ligabue così intimo e inedito non si era mai visto!