Vitellini col cappotto per difendersi dal freddo
E pure i maialini hanno bisogno di un ambiente riscaldato.
Vitellini col cappotto per difendesi dal freddo. Negli allevamenti della Lombardia anche lampade riscaldanti e impianti per alzare la temperatura dell’acqua.
Vitellini col cappotto
Cappottini per proteggere gli animali più piccoli, lampade riscaldanti e impianti per alzare la temperatura dell’acqua: così negli allevamenti lombardi, come spiega la Coldiretti regionale, ci si attrezza ad affrontare le correnti di gelo artico che stanno investendo in questi giorni l’Italia.
A vedere gatti e cani, anche di media taglia, col cappottino ormai siamo abituati, i vitelli è meno facile incontrarli… ma anche loro hanno la necessità di difendersi dalla temperature rigide.
“Ho cominciato a proteggere i vitelli appena nati con dei cappottini per difenderli dal freddo – spiega Simone Minelli, allevatore di Motteggiana (Mantova) con 300 capi, dei quali la metà in mungitura – Di prima mattina scendiamo anche diversi gradi sotto lo zero, poi la temperatura durante il giorno si alza un po’, ma ci siamo attivati per affrontare adeguatamente il gelo: abbiamo un impianto per scaldare l’acqua che bevono gli animali e lampade termiche nelle sale mungitura”.
Anche i maialini soffrono il freddo
“Negli anni ci siamo preparati a ridurre i disagi dovuti a un freddo intenso come quello di questi giorni – chiarisce Serena Antonioli di Vescovato (Cremona), imprenditrice agricola con settemila suini – Ci siamo dotati di coibentazione, lampade e riscaldamento dove necessario, soprattutto dove ci sono gli animali più piccoli. Ma se le temperature dovessero scendere ancora potrebbero esserci problemi con le tubature esterne: se dovessero gelare, sarebbe necessario intervenire con la fiamma per sciogliere il ghiaccio”.
I costi per l’agricoltura
“Con queste condizioni le verdure coltivate a terra sono ormai marcite – dichiara Pina Alagia, produttrice di ortaggi a Besana Brianza – Il freddo costringe a una riduzione dell’attività in pieno campo. Di fatto, in questo periodo, nella nostra zona si può lavorare solo in serra”, dove però l’esigenza di far fronte con il riscaldamento agli sbalzi termici ha inevitabilmente un impatto sull’aumento dei costi di produzione.
“Il conto per l’agricoltura italiana – conclude la Coldiretti Lombardia – potrebbe salire in misura esponenziale: siamo di fronte all’ennesima anomalia dopo un 2018 segnato da un andamento climatico estremo, con caldo e siccità alternati e violenti temporali e gelo che hanno causato danni per oltre un miliardo e mezzo di euro in campi e stalle in tutta Italia”.