Mantova

"Un'altra politica è necessaria e urgente": i sindacati mantovani in sciopero a Milano

Il segretario generale Daniele Soffiati: "Italiani sempre più poveri nonostante lavorino. E' ora di invertire la tendenza"

"Un'altra politica è necessaria e urgente": i sindacati mantovani in sciopero a Milano
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Lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati e sindacalisti mantovani in sciopero a Milano: "Salari adeguati, più diritti, cambio della legge di bilancio".

Lavoratori e sindacalisti mantovani in sciopero a Milano

"Un'altra politica è necessaria e urgente". Questo lo slogan dei lavoratori mantovani iscritti alla Cgil e alla Uil che nella mattinata di oggi, venerdì 17 novembre 2023, stanno prendendo parte allo sciopero indetto da due dei maggiori sindacati italiani di fronte alla sede della Regione Lombardia a Milano.

I lavoratori, accompagnati da vari sindacalisti mantovani, hanno raggiunto il capoluogo regionale nella mattinata di oggi e si sono riuniti sotto la sede della Regione insieme ad altri lavoratori e sindacalisti arrivati anche da altre zone della Lombardia.

"Scioperiamo per cambiare la politica e per salari più alti"

"Scioperiamo - fanno sapere dal sindacato Cgil - per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. Scioperiamo e manifestiamo a sostegno di un'altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile, ma necessaria e urgente".

 

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Queste le parole del sindacato, espresse nella mattinata di oggi anche dal segretario generale della Cgil di Mantova Daniele Soffiati, che pure era presente alla mobilitazione a Milano al fianco di tanti lavoratori e lavoratrici e a tanti sindacalisti mantovani e non.

Mobilitazione a Mantova il 24 novembre

Ma la mobilitazione non si ferma qui. Per venerdì 24 novembre 2023 (venerdì prossimo), la Cgil e la Uil hanno infatti indetto altre otto ore di sciopero. A Mantova la mobilitazione e il corteo si terranno a partire dalle 9 del mattino in piazzale Gramsci.

"Adesso basta!", è lo slogan della mobilitazione della prossima settimana. Le rivendicazioni sono le stesse dello sciopero in corso in queste ore: salari più alti, estensione dei diritti e contrasto ad una legge di bilancio "che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre un futuro ai giovani del nostro Paese".

Scontro durato giorni

Come noto, prima dello sciopero in corso questa mattina, per giorni si è registrato uno scontro decisamente aspro tra i sindacati Cgil e Uil e il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.

In particolare, all'inizio la Commissione di garanzia per gli scioperi aveva fatto sapere che la mobilitazione di oggi non avrebbe potuto essere considerata "generale", dal momento che non vi avrebbe preso parte un numero sufficiente di sigle sindacali.

Lo scontro è proseguito poi nel corso dei giorni: da una parte il ministro Salvini che accusava Cgil e Uil di voler "fare il fine settimana lungo", e dall'altro le sigle sindacali che hanno risposto per le rime.

In tutto ciò non è mancata la precettazione dello sciopero dei trasporti imposta da Salvini, che aveva ridotto la mobilitazione da otto a quattro ore. Dal canto loro i sindacati non sono rimasti in attesa a braccia conserte, ma anzi hanno accusato lo stesso Salvini di un "atto politico gravissimo" e, in pratica, di cercare di sopprimere il diritto dei lavoratori a scioperare.

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