Mantova

Pazienti assistiti a casa come in ospedale: il Poma avvia due sperimentazioni

Coinvolti Pronto soccorso, Chirurgia toracica e Rabilitazione cardiorespiratoria

Pazienti assistiti a casa come in ospedale: il Poma avvia due sperimentazioni
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L'ospedale di Mantova lancia due distinte sperimentazioni per garantire assistenza anche a casa con tre distinti obiettivi, tra cui anche la riduzione delle degenze.

Assistenza con telemedicina e infermiere di famiglia

Telemedicina e infermiere di famiglia per assistere i pazienti a domicilio, nel loro contesto di vita. Asst ha realizzato alcuni progetti pilota, coordinati per il polo territoriale dal direttore del Dipartimento Fragilità Angela Bellani e dalla responsabile del Centro Servizi Elena Mariani, per il polo ospedaliero dal direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Massimo Amato e dal direttore della Chirurgia Toracica Andrea Droghetti.

Tre diversi obiettivi

L’obiettivo è triplice: favorire il benessere psicologico delle persone assistite, che si sentono più a loro agio se curate a casa; contribuire all’appropriatezza dei ricoveri in ospedale, riducendo le degenze e quindi il rischio di infezioni intraospedaliere; accompagnare nella ripresa funzionale i pazienti sottoposti a interventi chirurgici complessi, come quelli toraco-polmonari.

Si lavora in una logica di integrazione fra le competenze degli specialisti ospedalieri e la rete di assistenza sul territorio, che coinvolge i medici di medicina generale - responsabili clinici del malato - e i familiari o caregiver. Viene inoltre messo a disposizione il kit per la telemedicina, che consente di monitorare a distanza i parametri vitali quali pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione e temperatura corporea, attraverso uno scambio telematico fra i pazienti e i professionisti dell’ospedale.

Il progetto sul pronto soccorso

Il primo progetto, già attivo, riguarda i pazienti che si presentano in Pronto Soccorso. Se a conclusione dell’iter diagnostico e terapeutico non si rileva la necessità di un ricovero in reparti per acuti, il paziente accede a un percorso di dimissioni ‘protette’ diversificato a seconda delle sue condizioni cliniche che vede la collaborazione fra gli operatori del Pronto Soccorso e dell’Assistenza domiciliare integrata, l’infermiere di famiglia e il medico di medicina generale.

Chirurgia toracica e riabilitazione cardiorespiratoria

Un’altra iniziativa, prima a livello nazionale, è quella che prevede il ricorso alla telemedicina e all’infermiere di famiglia nel supportare i pazienti operati nel reparto di Chirurgia Toracica nelle cure e nella riabilitazione dopo la dimissione per la ripresa delle normali abitudini di vita. Il 20 settembre è stata avviata l’attività formativa del personale che si occuperà di tale processo.

È inoltre in via di predisposizione un progetto analogo destinato alla struttura di Riabilitazione Cardiorespiratoria, diretta da Renato Rosiello. La presenza dell’infermiere di famiglia al domicilio del paziente rappresenta un’ulteriore garanzia di sicurezza per i caregiver, che si aggiunge al monitoraggio a distanza da parte degli specialisti tramite la telemedicina.

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