Un solo astenuto

Patrick Zaki sarà cittadino onorario di Mantova

La pratica di conferimento è stata portata in aula dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi.

Patrick Zaki sarà cittadino onorario di Mantova
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Il Consiglio comunale di Mantova ha deciso di attribuire a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria di Mantova.

(Patrick Zaki in una foto tratta dal profilo Twitter della Ong Eipr di cui l'attivista egiziano fa parte )

Patrick Zaki cittadino onorario di Mantova

Il Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 27 settembre 2021, ha votato e conferito la cittadinanza onoraria di Mantova a Patrick Zaki, il giovane attivista egiziano, nato a Mansura, studente presso l'Università di Bologna, che è stato arrestato il 7 febbraio 2020 presso l'aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane.

La proposta lanciata da Palazzi

La pratica di conferimento è stata portata in aula dal sindaco di Mantova
Mattia Palazzi ed è stata approvata con 26 voti favorevoli (maggioranza, gruppo misto e consigliere Costani) e un solo astenuto, il consigliere di minoranza Baschieri (gli altri consiglieri di minoranza erano già usciti dalla sala Consiliare prima di tale punto all’Ordine del giorno del Consiglio).

L'accusa ora è di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese"

Come riporta Prima News  per il trentenne l'accusa ora è di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di un articolo pubblicato due anni fa per cui rischia una multa o una pena fino a cinque anni di carcere. Nello scritto incriminato del 2019 Patrick avrebbe preso le difese della minoranza copta perseguitata in Egitto.

Le sentenze del Tribunale per la sicurezza dello Stato davanti al quale comparirà Patrick sono inappellabili. La Corte è la numero 2 per i "reati minori" di Mansura, la città sul delta del Nilo, circa 130 km a nord del centro del Cairo, dove Zaki è nato.

La prima udienza è durata poco più di cinque minuti e lo studente egiziano dell'università di Bologna ha preso la parola lamentando di essere stato detenuto oltre il periodo legalmente ammesso per i reati minori di cui è accusato adesso.

L'arresto

Il ricercatore era stato arrestato in circostanze controverse il 7 febbraio 2020 ed è stato detenuto per quasi tutto il tempo a Torah, famigerato carcere del Cairo.

"L'accusa di aver pubblicato un articolo in cui racconta i fatti della sua vita di cristiano egiziano" non fa altro che "confermare che l'unico motivo per privarlo della sua libertà è il suo legittimo esercizio della libertà di espressione per difendere i suoi diritti e quelli di tutti gli egiziani, in particolare i copti, all'uguaglianza e alla piena cittadinanza", hanno sottolineato le ong egiziane.

Gli scenari

In caso di una sentenza inferiore ai 19 mesi, visto il lungo periodo di carcerazione preventiva, la scarcerazione sarebbe immediata ma le speranze che le cose evolvano in questa maniera sono basse. Infatti, nel giugno scorso, fonti giudiziarie riferendosi al caso Zaki avevano chiarito:

"Qualsiasi egiziano che ha pubblicato notizie, comunicazioni o indiscrezioni sulla situazione interna in modo tale da danneggiare lo Stato e gli interessi nazionali sarà condannato al carcere tra i 6 mesi e 5 anni e a una multa tra 100 a 500 sterline egiziane ai sensi dell'articolo 80 della legge".

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