ATTUALITÀ

"Palestina Libera": il cantante mantovano dei Patagarri al Concertone fa infuriare la Comunità ebraica

L'esibizione del Primo Maggio scatena le polemiche: "C'è qualcosa di davvero sinistro e macabro in quell'esibizione"

"Palestina Libera": il cantante mantovano dei Patagarri al Concertone fa infuriare la Comunità ebraica
Pubblicato:

Il cantante mantovano dei Patagarri, Francesco Parazzoli, al Concertone: "Palestina libera". La Comunità ebraica: "Esibizione macabra".

"Palestina libera": i Patagarri fanno infuriare la Comunità ebraica

L'esibizione de I Patagarri al Concertone del Primo maggio a Roma fa infuriare la Comunità ebraica. Durante la propria esibizione, infatti, la band milanese che ha come frontman il cantante mantovano Francesco Parazzoli, ha intonato "Palestina libera" sulle note musicali di "Hava Nagila", canto della tradizione popolare ebraica composto nel 1918 per celebrare la vittoria britannica in Palestina al termine della prima guerra mondiale.

La reazione non si è fatta attendere, con le dichiarazioni di fuoco del presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun:

"Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C'è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell'esibizione dei Patagarri. I nostri più grandi odiatori sono quelli che hanno strumentalizzato la nostra cultura e mentalità.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Shalom (@shalom.it)

Prosegue poi Fadlun:

"Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini, proprio sapendo che così ci colpivano nella cosa più sacra, la speranza. Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido "Palestina libera!", lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile".

"Non siamo contro un popolo: solo dati oggettivi"

Dal canto suo, la band milanese non resta con le mani in mano e replica, dando una risposta alle vicende e alle polemiche che l'hanno coinvolta nel corso delle ultime ore:

"Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di fronte alla morte e alla distruzione, musicisti che hanno imparato dalla musica a cercare quello che unisce e non quello che divide, a far funzionare un insieme composto da diversità. Abbiamo suonato una canzone della tradizione ebraica, che da tempo fa parte del nostro repertorio e ne fa parte perché non siamo mai stati contro una popolazione o l'altra. Ma abbiamo sentito la necessità di privarla del testo originario, che parla della gioia di stare insieme, per sottolineare che da troppo tempo, nel Medio Oriente, quella gioia non esiste più. Abbiamo così voluto testimoniare le storie dei civili, cioè di chi paga il prezzo più alto durante le guerre, perché vittime innocenti.

Prosegue poi la band:

"Qualsiasi report internazionale sottolinea che il prezzo in termini di morti, feriti, mutilati che la comunità palestinese sta pagando in seguito alla guerra è inaccettabile. Con la nostra testimonianza non abbiamo fatto altro che ribadire dati oggettivi. A chi ha definito la nostra esibizione macabra, rispondiamo che per noi macabro è un mondo nel quale migliaia di bambini vengono ammazzati, gli ospedali bombardati, i civili sterminati. Un mondo nel quale chi chiede la pace viene accusato di creare divisioni e di generare odio antisemita.

Conclude infine la band dopo le polemiche:

"Mettiamoci allora d'accordo su quali sono le parole giuste per chiedere che i bambini non muoiano più, che gli ospedali non vengano più bombardati, senza essere accusati di invocare la distruzione del popolo israeliano, senza finire in questa trappola retorica dell'antisemitismo, accusati per tramite di sofismi insopportabili, mentre la gente continua a morire".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali