Mantova

Nel comando provinciale Cc un posto occupato per tutte le donne che non ci sono più

Una sedia dedicata nella sala d'attesa del comando provinciale dei carabinieri: "Monito e spinta a denunciare propri aguzzini"

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Per la Festa della donna, nella sala d'attesta del comando provinciale carabinieri, un Posto occupato per le donne che non ci sono più.

Un posto dedicato alle donne che non ci sono più

In occasione della ricorrenza della Festa della donna, il comando provinciale dei carabinieri di Mantova ha aderito alla campagna di sensibilizzazione sociale “Posto occupato”, ideato dalla scrittrice messinese Maria Andaloro.

I Cc di Mantova, accogliendo con grande favore la proposta della sostenitrice del progetto, Maria Teresa Formoso, che ha dimostrato in numerose occasioni grande sensibilità e impegno sociale e civile in difesa delle donne vittime di violenza, nel corso di una sobria cerimonia, hanno riservato un posto del comando provinciale a memoria di tutte le donne vittime della violenza che non sono più tra noi, occupando una sedia della sala d'attesa sulla quale è stata apposta la locandina “Posto occupato”: un posto per quelle donne che avrebbero potuto e dovuto essere lì a denunciare i soprusi subiti, se qualcuno non avesse messo fine precocemente alla loro vita.

"Segno simbolico e concreto ma anche monito per tutti"

Nell’occasione Maria Teresa Formoso ha evidenziato che “il posto occupato oggi nella sala d’attesa del Comando Provinciale Carabinieri di Mantova sarà riservato per sempre alle donne che avrebbero voluto, potuto e dovuto essere qui, per una carriera militare o per una richiesta importantissima di aiuto. E’ anche un segno simbolico ma concreto ed è un monito silenzioso per dare voce a chi non ha più voce. Il Posto occupato vuole sottolineare anche che non vanno mai sottovalutati i segnali di violenza e che è necessario non voltarsi mai dall’altra parte perché ogni anima violata, ogni vita spezzata non è mai lontana da noi”.

"Spinta a denunciare i propri aguzzini"

Il comandante provinciale dei carabinieri di Mantova, colonnello Vincenzo Di Stefano, a margine della cerimonia, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per tenere sempre alta l’attenzione sul fenomeno della violenza sulle donne.

“La presenza di una sedia occupata in memoria di tutte le donne che sono morte per mano di uomini violenti - ha detto il colonnello -, può rappresentare un incitamento e una spinta motivazionale alle donne vittime di soprusi che, trovandosi nella sala d’attesa del comando provinciale per qualsiasi motivo, possano riflettere e trovare la consapevolezza e il coraggio per denunciare i loro aguzzini prima che sia troppo tardi”.

Settore strategico per l'Arma

Il tema della tutela delle vittime di violenza di genere rappresenta un settore strategico nell’ambito delle politiche di prevenzione e contrasto poste in essere dall’Arma dei Carabinieri. In tale ottica, in virtù di un Protocollo di'ntesa tra il Ministero della Difesa e il Ministero per le Pari Opportunità, cui è seguita una convenzione di attuazione tra il Dipartimento per le Pari Opportunità e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, è stata istituita la Sezione Atti Persecutori, collocata nell’ambito del Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche.

Grazie alle competenze acquisite, anche di carattere investigativo, nello specifico campo, la Sezione, da oltre dieci anni, svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti carabinieri.

Inoltre la Sezione Atti Persecutori concorre alla formazione e all’aggiornamento professionale dei militari dell’Arma di ogni ordine e grado, in tema di reati connessi con la violenza di genere. I discenti sono selezionati dai Comandi Provinciali e, al termine del corso, il personale formato va ad alimentare la struttura denominata “Rete Nazionale di Monitoraggio”.

Carabinieri specializzati anche da Mantova

Anche presso il comando provinciale di Mantova sono stati formati dei referenti qualificati, che fanno parte della citata Rete nazionale di monitoraggio e che si occupano della trattazione dei casi più delicati di violenza di genere, supportando le stazioni carabinieri che operano in tutta la provincia.

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