Mantova

L'Urologia del Poma al top, arriva anche il riconoscimento di livello nazionale

La struttura ha ottenuto il bollino arancione: "Terapie d'avanguardia e possibilità di prendersi cura del paziente a 360 gradi"

L'Urologia del Poma al top, arriva anche il riconoscimento di livello nazionale
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La struttura di Urologia del Poma ha ottenuto il bollino arancione, riconoscimento nazionale per le proprie terapie di assoluta avanguardia.

Riconoscimento per il reparto di Urologia del Poma

Un riconoscimento per il trattamento del tumore renale e un bilancio ampiamente positivo per i primi dodici mesi di esperienza con la chirurgia robotica nell’ambito urologico.

La struttura di Urologia del Carlo Poma di Mantova ha ricevuto nei giorni scorsi dalla Società Italiana di Urologia il bollino arancione. L’attestato rientra in un progetto che mira alla mappatura dei Centri urologici Italiani con percorsi diagnostico-terapeutici d’avanguardia per i pazienti affetti da tumore del rene.

Sono state premiate le strutture che mettono a disposizione macchinari come tac e risonanza magnetica, offrono la possibilità di eseguire biopsie pre operatorie e analisi istopatologiche di secondo livello, eseguono interventi ad alta complessità con tecniche mini invasive quali la laparoscopia robot assistita.

L'Ospedale Carlo Poma

"Trattamento a 360 gradi per i nostri pazienti"

Commenta il direttore della struttura di Urologia di Mantova Paolo Parma:

“Non dimentichiamo anche le terapie ultra mini invasive quali la ablazione percutanea a radiofrequenza per masse piccole in pazienti anziani, nonché le terapie neo adiuvanti e adiuvanti di tipo oncologico che sono disponibili presso il nostro centro. In collaborazione con la Radiologia, l’Anatomia patologica, la Radiologia interventistica e l’Oncologia, l’Urologia è in grado di trattare a 360 gradi il paziente con tumore renale per proporgli il tipo di cura più adatto alle sue caratteristiche”.

In un anno 135 interventi col robot chirurgico

Lo specialista traccia anche il bilancio del primo anno di impiego del robot chirurgico, che in ambito urologico ha registrato 135 interventi, di cui 80 per il tumore prostatico, 45 per il tumore renale, 5 interventi per cistectomia radicale e i rimanenti per patologia benigna. Il macchinario viene utilizzato anche per altre discipline, principalmente la chirurgia generale, la ginecologia e la chirurgia toracica.

“La chirurgia robotica – spiega Parma - ci ha permesso di ottenere risultati oncologici e funzionali migliori di quelli che avevamo a cielo aperto e in laparoscopia pura. Abbiamo avuto un vantaggio anche in termini di ripresa precoce delle attività con la possibilità di ridurre la degenza ospedaliera e la necessità di terapie antidolorifiche. In media i pazienti rimangono ricoverati tre giorni e hanno un decorso post operatorio molto buono”.

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