L'associazione mantovana che con i suoi clown porta un sorriso all'ospedale di Casalmaggiore
Ogni sabato i volontari di Avulss in vari reparti dell'Oglio Po: "Quando vediamo un paziente stare meglio, capiamo che il nostro esserci ha un senso"

I clown dell'associazione Avulss di Mantova ogni sabato fanno tappa all'ospedale Oglio Po: sorrisi e giochi per alleggerire la degenza.
I clown ogni sabato all'ospedale Oglio Po
Ogni sabato una squadra di clown volontari entra in punta di piedi nell’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore, portando con sé nasi rossi, pupazzi, palloncini e parole gentili. Sono i volontari dell’Avulss di Mantova, che da quasi vent’anni portano la clown terapia tra i corridoi di Pediatria, Pronto Soccorso Pediatrico e Cardiologia. Lo fanno con costanza, empatia e una convinzione incrollabile: il sorriso è una forma concreta di cura.

Ascolto e sorrisi per piccoli e grandi
Racconta “Frittella” (nome d’arte di Valentina Falavigna):
"Il nostro obiettivo è donare sorrisi. Giochiamo, facciamo magie, modelliamo palloncini, mimiamo animali, parliamo con loro; le loro storie sono infinite. E quando ci salutano con una stretta di mano e con un sorriso sul volto, capiamo che il nostro esserci ha un senso. È emozionante".
La clown terapia non si ferma alla Pediatria: “Frittella”, “Domino”, “Drilli”, “Pop Corn”, “Pinky”, “Violetta” e “Penna” arrivano anche in Cardiologia.
"Lì l’approccio è diverso - continua Frittella -. In Cardiologia non giochiamo, ma portiamo un palloncino e, soprattutto, ascoltiamo. Le persone in ospedale spesso hanno bisogno di parlare con qualcuno, di sentire che non sono sole. Qualche parola e un sorriso possono spezzare il silenzio di una giornata difficile".

Un conforto emotivo per non avere paura
Spiega Claudio Cavalli, direttore della Pediatria dell’Asst di Cremona:
"Da decenni, in Europa e Nord America, la presenza della gioia nei reparti pediatrici è riconosciuta come un elemento fondamentale per il benessere emotivo del bambino. Il clown in ospedale non è un intrattenitore, è un ponte relazionale. Un bambino chiuso nella paura può ritrovare apertura e fiducia".

Aggiunge a sua volta Barbara Lunardini, caposala della Pediatria dell’Oglio Po:
"Il bambino che si trova in ospedale, lontano da casa, ha bisogno anche di sentirsi accolto. Anche l’ambiente è parte integrante della cura. Tutto il nostro personale è coinvolto nel rendere gli spazi belli, colorati e sereni. Gli addobbi appesi nei corridoi e nelle stanze del nostro reparto cambiano a seconda il periodo dell’anno. Tutto questo per cercare di fare in modo che, nei limiti del possibile, il ricovero sia un’esperienza non traumatica ma positiva".
"Un momento che non dimenticherò mai"
Ricorda commosso il clown “Domino":
"Mi ricordo l'occasione nella quale siamo entrati nella stanza di un signore non vedente: era solo, senza nulla attorno. Abbiamo cantato insieme. Ci ha preso le mani, e piangeva. Anche noi piangevamo. In quei pochi minuti ha rivissuto un pezzo della sua giovinezza. È stato un momento che non dimenticherò mai".
In questi vent’anni, i clown dell’Oglio Po hanno contribuito anche con donazioni importanti: giocattoli, arredi per la sala giochi, materiali per le attività. E sono sempre presenti durante le feste: Natale, Pasqua, Epifania.